domenica 30 marzo 2014

A Medicina e Informazione, spazio al DOCUMENTO SULLA CFS di Agenas


 
Medicina e Informazione, la web TV dedicata alla medicina e alla ricerca scientifica, ha dedicato uno spazio alla presentazione del documento di indirizzo sulla Sindrome da Fatica Cronica (CFS) di Age.na.s (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), avvenuta lo scorso 25 marzo a Roma.
Nel video sotto sono intervistati i relatori intervenuti al convegno, fa cui io. Mi fa piacere segnalarlo perché è stato un momento significativo per la CFS/ME.


mercoledì 26 marzo 2014

EPISODES: la terza stagione


Ho trovato sempre esilarante Episodes, e questa terza stagione sebbene sia stata più debole delle precedenti, ha pure assicurato molte risate, e sono felice per il rinnovo di una quarta.

La vera star dello show questo giro è stata Carol Rance, interpretata dalla sempre impeccabile Kathleen Rose Perkins. Non c’è scena in cui non brilli: è elegante e raffinata anche quando si trova a gambe aperte all’aria, come le è capitato durante una relazione sessuale con il suo capo, Castor Sotto (Chris Diamantopoulos). E sempre esilarante. Nessuno riesce come lei a dire contemporaneamente quello che deve effettivamente dire e quello che gli altri vogliono sentirsi dire, in un palleggio verbale fra le due posizioni che è il suo vero tratto distintivo e un vero colpo da maestro della scrittura da parte degli autori che lei rende ogni volta da vera virtuosa. E riesce a sembrare professionale, umana e vulnerabile. E l’entusiasmo vero e finto che mette nelle cose è sia coinvolgente che un commento abrasivo sul business dello spettacolo. L’amicizia fra lei e Beverly poi è una della colonne portanti dello show. Le loro sessioni di fast walking, in montagna o sulla spiaggia sono un must , basti ripensare a quella in cui Carol spiega come funzionano i rapporti sessuali fra lei e Castor alla perplessa sceneggiatrice (3.07). Davvero ruba lo show.

In quest’arco Beverly (Tamsin Greig) e Sean sono tornati insieme e inzialmente hanno avuto qualche problemuccio in camera da letto. Il loro programma è andato alle ortiche, ma sono stati anche felici che PUCKS (lo show all’interno dello show)  venisse cancellato per potersene tornare nell’amata Inghilterra, nonostante le forsennate insistenze di tutti i network che si contendevano un loro nuovo progetto: poco credibile? Forse, anzi sicuramente direi, ma è stato costruito in prospettiva del colpo di scena finale per cui il loro programma non è in realtà stato ufficialmente cancellato. Salad (Michael Brandon), a capo del network, lo detesta, ma lo rinnova pur di non far andare alla concorrenza LeBlanc.

Chi ha sofferto di più narrativamente durante la terza stagione è stato però proprio Matt LeBlanc, che ha rotto con Jamie Lapidus (Genevieve O’Reilly) dopo averla tradita andando a letto con la figlia di Morning (Mircea Monroe), e che sul lato professionale non vedeva l’ora che il suo contratto si interrompesse per poter fare ua altro show. Il motivo per cui non ha funzionato è che, in passato, Matt come personaggio è sempre stato un buon equilibrio fra un generoso tenerone solo in apparenza e occasionalmente un po’ tonto e un cafone menefreghista ed egoista. Quell’equilibrio è stato rotto in favore un po’ troppo di quest’ultimo aspetto e il suo personaggio ne ha risentito. Le battute un po’ cattivelle magari erano anche divertenti, ma non avevano il giusto contrappunto che rendessero amabile a sufficienza il personaggio, finendo per farlo sembrare solo superficiale.  La puntata in cui va a trovare i suoi genitori (3.08) è stata particolarmente sgradevole.

E David Crane e Jeffrey Klarik devono proprio amare le battute sull’organo sessuale maschile (e femminile, se pensiamo alla “vagina parlante” di Berverly in 3.05). Dopo il pene gigante di Matt del passato, hanno dedicato questa stagione a quello perennemente in erezione di Sotto. Non mi dispiace affatto, perché tutta la storia che lo ha coinvolto ha funzionato. Come in passato, qui Episodes ha mostrato di non aver timore di scherzare con un argomento tabù: in questo caso i problemi di natura mentale del protagonista. I suoi problemi psichiatrici vengono scambiati a lungo per il genio di un dirigente televisivo pronto ad innovare, finché non si  rivelano per quello che sono nel suo brillante e folle sproloquio finale, “diventiamo zombie” (3.09), fatto dopo aver smesso di prendere i farmaci contro il parere del suo psichiatra. Proprio quei farmaci gli causavano una persistente erezione che la serie – e non solo lei, perdonate la battutina – ha saputo ben cavalcare.

La parodia dei dirigenti e delle meccaniche “politiche” del dietro le quinte di uno show televisivo sono davvero il punto di forza di Episodes, perché di vede che gli autori si divertono a graffiare e punzecchiare il sistema, con intelligenza, ma anche con affetto. Una per tutti nella finale (3.09) Beverly che immagina come protagonista di una sua possibile prossima serie negli USA una tazza da tè: da maestri

lunedì 17 marzo 2014

LOOKING: la prima stagione


Con un sapore indie, Looking, la “serie gay” targata HBO ideata da Michael Lannan che ha da poco terminato la sua prima stagione ed è stata rinnovata per una seconda, è decisamente post-Queer As Folk. Lo spirito di rivendicazione della legittimità del proprio status, e di combattere per essere accettati per quello che si è, ha lasciato il posto alla quotidianità, con i suoi alti e bassi. Il tono infatti é realistico – un po’ alla Girls, è stato detto – il ritmo pacato, il sesso visualmente meno sfrontato, più assodato, in qualche maniera. Siamo a San Francisco – e il sapore e il tono della città sono parte integrante della storia con, a fare da sfondo, momenti della vita del luogo che difficilmente si vedono altrove (penso a una cosa come la fiera di Folsom Street, evento clou per la comunità leather, che si è visto in 1.04).
Le vite di tre amici si intrecciano. Patrick (Jonathan Groff) lavora per un’azienda che sviluppa videogiochi ed è in cerca di una relazione. Della sua storia con Richie (Raùl Castillo), un barbiere di origine messicana,  forse un po’ anche si vergogna, e alla fine cede alla avance del suo nuovo capo, Kevin (Russell Tovey, noto per il Being Human britannico). Augustin (Frankie J. Alvarez) è un artista in crisi che, in cerca di ispirazione, assume un prostituto per filmarlo a letto con il proprio ragazzo, Frank (O.T. Fagbenle), finendo per non riuscire a realizzare l’opera che desidera e per perderlo. Dominic “Dom” è un quasi quarantenne (compie gli anni nel corso della stagione, in 1.06) che divide il suo appartamento con la sua migliore amica Doris (Lauren Weedman), una infermiera, vuole avviare un’attività di ristorazione e trova l’appoggio del proprietario di un negozio di fiori che è una sorta di istituzione in città, Lynn (Scott Bakula, Men of a Certain Age, Enterprise), con il quale desidera anche instaurare una relazione.
La serie ha un approccio quasi casuale, nel senso che le vicende non sembrano nemmeno “messe in scena”, ma sembrano entrare nella vita dei protagonisti lasciando che le cose si spieghino un po’ alla volta. Qualcuno lo ha definito noioso, ma è tutt’altro, e ci si concede puntate come la magnifica 1.05 che è quasi una semplice giustapposizione di momenti fra Patrick e Richie: Patrick si prende una giornata dal lavoro per trascorrerla in un lungo appuntamento con Richie e parlano e si conoscono. Tanto semplice e ordinario, quanto potente.   
Anche le numerose citazioni meta-testuali, vengono fatte in modo molto realistico. Durante il loro appuntamento Patrick e Richie  si chiedono se il primo sia Rachel. Non c’è bisogno di dire che si tratta del personaggi di Friends. Sì dà per scontato, e non è un citare un altro programma, è un menzionarlo come riferimento come si farebbe effettivamente nella vita. La stagione termina con Patrick che guarda al computer una puntata di Golden Girls - Cuori senza età, di cui si è parlato in precedenza nel corso della puntata. E quando si chiude lo si fa con l’ausilio di una musica che sappiamo bene essere quella della sigla di apertura della popolare sit-com degli anni ’80. Mi sono letteralmente commossa, perché è stato fatto alla perfezione, oltre a essere un commento ai personaggi e al loro rapporto.
Rispetto alla rappresentazione del sesso in particolare, mi è stato fatto notare in passato (credo da alcune riflessioni di Dan Savage), come una cosa che distingue il sesso eterosessuale da quello omosessuale è il fatto che in quello omosessuale solitamente, per definirlo tale, non si dà per scontato che si tratti necessariamente di un rapporto penetrativo, cosa che si tende più a dare per scontata nei rapporti eterosessuali invece. Qui si è proprio visto questo attraverso Patrick che non si sente di farsi penetrare da Richie, quando ormai si pensano come coppia, e sono boyfriends. Non l’ho mai visto altrove, o forse non l’ho mai notato altrove, perché qui parlano esplicitamente del fatto che lui non si sente di avere quel genere di rapporto (anche se poi decide di averlo con Kevin).
Si tratta di una serie che non mi ha travolto. Durante la puntata “Looking for a Plus-One” (1.07) in cui Patrick partecipa al matrimonio della sorella, ad esempio, non ho potuto non ripensare con un certo rimpianto alla spettacolosa puntata di Queer As Folk in cui Vince partecipa al matrimonio della sorellastra (2.01). Tuttavia, Looking è partita bene e ha coinvolto pian piano, narrando storie che hanno il sapore di vita vissuta. Non aspetto con trepidante attesa la nuova stagione, ma quando arriverà non me la farò scappare. 

sabato 8 marzo 2014

GEORGE R.R. MARTIN: le donne sono persone

 
Nell’immagine qua sopra ci si riferisce ai libri di George R.R. Martin, ma visto che dai suoi libri è stata tratta la serie televisiva Game of Thrones - Il Trono di Spade, e visto che lui è stesso è stato (La Bella e la Bestia) ed è anche sceneggiatore televisivo, mi piace condividerla questo 8 marzo.
Intervistatore George Stroumboulopoulos: C’è una cosa che è interessante nei suoi libri. Ho notato che scrive le donne molto bene e in modo molto diverso. Da dove deriva questo?
George R.R. Martin: Sa… ho sempre considerato che le donne fossero persone.
L’intervista completa da cui è tratta la citazione (al minuto circa 18) la trovate qui.  In generale è molto interessante: si parla di violenza, di guerra, di obiezione di coscienza, di scrittura…