Non
sta andando bene come ascolti il nuovo programma di Fabio Volo, che con quel
cognome si ritrova i titoli belli che fatti: Volo in diretta (mercoledì, giovedì e venerdì in seconda serata).
Due
clip della TV che fu, un ospite con cui interagire e coinvolgere in scene
simil-teatrali, un tema a far da filo conduttore, un monologo che prova ad
essere umoristico ma non ci riesce poi tanto e interviste dalle aspirazioni
intellettuali per un pubblico a cui magari si vuole proporre Chomsky, ma che
non ci si aspetta che necessariamente Chomsky lo conosca: sono fatti di questo
i 45 minuti dell’ex-Iena.
Che
sia un programma temporalmente contenuto, e non l’inondazione che si trascina
dietro ogni detrito, è già un bene, che abbia dietro idee che si vedono è
comunque apprezzabile. Seppur vanesio, il personaggio in questione non mi pare
si atteggi troppo a fare il grande intellettuale, forse perché sotto sotto è
consapevole di non avere le ali per fare voli chissà che arditi, ma
l’aspirazione in questo senso c’è, e tanto basta a consentirgli pindariche
digressioni in territori poco battuti dalla TV generalista: il più delle volte
è Icaro, ma occasionalmente decolla. Non è niente che non si sia già visto, son
chiacchiere superficiali, ma la rotta almeno è quella giusta.
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