Non sta avendo troppa
fortuna, né di pubblico né di critica, Mistresses
(Amanti), rifacimento di una serie inglese che in effetti nella nuova
incarnazione lascia molto a desiderare.
Savannah “Savi” (Alyssa
Milano) e sua sorella Josslyn (Jes
Macallan), April (Rochelle Aytes) e Karen (Yunjin Kim, Lost) sono quattro amiche che, come tali, si confidano l’una con l’altra.
Karen è una psichiatra che ha deciso di avere una relazione con un uomo
sposato, suo paziente, quando questi ha scoperto che gli rimaneva poco da
vivere. Ora è morto e si è tolto la vita con medicine da lei prescritte, cose che
potrebbe crearle dei problemi sul lavoro, senza contare che il figlio
adolescente di lui sospetta che il padre avesse un’amante. April, ora vedova
con una figlia di 10 anni, aveva quello che credeva il matrimonio perfetto,
finché sulla porta di casa non le si presenta una donna che le dice che il marito
era il padre di suo figlio: le amiche non sono convinte che non sia solamente
una persona interessata a estorcerle del denaro. Savannah, pur innamorata del
marito, Harry (Brett Tucker), uno chef australiano da cui sta cercando da tempo
di avere un bambino, tira tardi sul lavoro e cede all’attrazione per un collega
(Jason George), con cui fa sesso in ufficio, rimpiangendolo subito dopo.
Josslyn è un’agente immobiliare single
che va a letto ora con l’uno ora con l’altro.
La serie proprio non funziona:
la scrittura è piatta e poco credibile. La recitazione, anche adeguata, occasionalmente
cede, forse per il peso di materiale vagamente amorfo e privo di mordente. Il
tema è la cosa più interessante della serie. A seguire le puntate ci si rende
conto quanto poco in fondo venga esplorata la prospettiva dell’amante. Non c’è né
spessore umano però, né eventualmente giocoso senso trash dell’illecito (alla
maniera di Scandal), o senso di
ironia (alla Desperate Housewives).
Blando e dimenticabile.
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