È
probabilmente la violenza sulle donne il tema principale affrontato da Top of the lake miniserie in 7 puntate
che porta la firma di Jane Campion che l’ha scritta insieme a Gererd Lee e l’ha
girato insieme a Garth Davis ed è andata in onda negli USA sul Sandance Channel,
dopo una prima visione al Sundance Film Festival agli inizi dell’anno (ed è
stato mostrato anche alla mostra del cinema di Berlino).
Ambientato nella piccola
cittadina fittizia di Laketop (in realtà Glenorcy), in Nuova Zelanda, mozza il
fiato prima di tutto per l’ambientazione di una natura incontaminata, maestosa
e gigante, in cui l’essere umano non è che un microscopico puntino. Qui, Tui
(Jaqueline Joe) è una ragazzina che, incinta, dopo aver tentato il suicidio in
un lago sparisce dalla tenuta in cui vive con il padre Matt Mitcham (Peter
Mullan) e i fratelli, persone violente e dalle attività non troppo legali. Chi abbia abusato di lei non è chiaro, né dove
possa essere finita, ma ad investigare il
suo caso se lo prende a cuore la detective Robin Griffin (Elisabeth Moss, Mad Men), tornata nel paese natio a
visitare la madre morente di cancro. Durante le investigazioni, Robin
affronterà anche il suo passato, legato anche a Johnno Mitcham (Thomas M.
Wright), fratellastro di Tui, con cui intreccia una relazione, e incontrerà un
gruppo di donne, che per sfuggire agli abusi nella proprie vite vivono in
comunità all’interno di alcuni container presso il lago all’interno di un
terreno chiamato Paradise, guidate da una sorta di guru spirituale, GJ (Holly
Hunter).
Pieno di sottili
riferimenti biblici, la serie, che ha ricevuto critiche in pratica unanimemente
positive, colpisce per il profondo senso di calma che trasmette: è una calma
feroce che distrugge e rimane indifferente, ma è allo stesso tempo una calma
che placa e seda e lenisce ogni ferita. Le tematiche che si intrecciato sono
molte: quello della violenza sulle donne appunto (attraverso Tui, Robin, la madre
di Robin, le donne guidate da GJ…), ma anche quello della famiglia, dell’infanzia,
del potere, del passato… Elementi ricorrenti sono i daini e l’acqua. È una
storia di grande suggestione dove l’investigazione della natura umana, parte di
una natura più grande, è centrale almeno quanto quello dell’investigazione voluta
dalle indagini di polizia.
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