L’apprezzata Crazy Ex-Girlfrind, che ha avuto il
dubbio onore si essere ufficialmente la serie meno vista dei network, ha chiuso
la quarta stagione di 17 puntate seguite dalla registrazione di uno spettacolo musicale
messo in scena dal cast in un effettivo teatro, con un messaggio chiaro e
deciso, nelle parole della protagonista: “l’amore romantico non è una fine. Non
per me né per nessun altro qui. È solo una parte della
vostra storia – una parte di quello che siete”.
All’esordio, Rebecca
Bunch (Rachel Bloom) era un’avvocatessa infelice che aveva deciso di
trasferirsi a West Covina, in California, perché lì viveva l’uomo che da
ragazzina l’aveva fatta innamorare. In sua compagnia era l’ultima volta che era
stata felice, e nel corso delle stagioni aveva fatto di tutto per conquistarlo,
con una serie di detour sentimentali e
crisi personali, fra cui notabilmente un tentato suicidio e la straziante
canzone in cui nel ritornello dice a se stessa “You stupid bitch” (tu stupida stronza)
con grande odio per se stessa. Era la classica eroina che punta tutto
sull’amore, con grossi problemi di autostima. Nel tempo è cresciuta e si è
evoluta, fino ad arrivare a questa conclusione che mi pare significativa, ma
soprattutto originale.
Nel sottofinale, deve scegliere
fra le attenzioni amorose dei tre uomini che le hanno fatto battere il cuore
nel corso delle vicende: Josh (Vincent Rogriguez III), Greg (Skyler Astin in
questa stagione, precedentemente era stato interpretato da Santino Fontana) e Nathaniel (Scott Michael Foster). Come di fatto
era anche immaginabile per chi coglieva lo spirito della serie che, nel tarpare
gli illusori slanci romantici autolesionistici della protagonista, è stata
attenta a dire sempre che non c’è destino, ma che dobbiamo assumerci la
responsabilità della nostra felicità, Rebecca non ha scelto nessuno dei tre.
Quello che è stato
significativo è che si sia scelto di dire, non che bastiamo a noi stessi e
stiamo bene da soli, negando perciò legittimi desideri di amore romantico e di
connessione umana sentimentale, ma che quello non è tutto, è solo una parte,
bellissima e speciale, ma appunto solo una parte.
Crazy Ex-Girlfriend è stata tante cose: commedia femminista,
esilarante musical, drammatica descrizione di problemi psicologici seri, acuta
decostruzione dei meccanismi narrativi e stilistici con grande autocoscienza
metatestuale, riflessione sull’identità personale, commento culturale su
femminilità e mascolinità, meditazione sull’importanza delle fantasie e dei
sogni, esame degli influssi culturali che influenzano le nostre vite, ode all’amicizia… E alla fine di tutto, davvero, questa è la bella
eredità che lascia agli spettatori: ci dice che l’amore romantico c’è, esiste,
ma la vita non è una favola, non c’è solo quello. Di più, è bello che non
esista solo quello.
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