Ho trovato sempre
esilarante Episodes, e questa terza
stagione sebbene sia stata più debole delle precedenti, ha pure assicurato
molte risate, e sono felice per il rinnovo di una quarta.
La vera star dello show
questo giro è stata Carol Rance, interpretata dalla sempre impeccabile Kathleen
Rose Perkins. Non c’è scena in cui non brilli: è elegante e raffinata anche
quando si trova a gambe aperte all’aria, come le è capitato durante una
relazione sessuale con il suo capo, Castor Sotto (Chris Diamantopoulos). E
sempre esilarante. Nessuno riesce come lei a dire contemporaneamente quello che
deve effettivamente dire e quello che gli altri vogliono sentirsi dire, in un
palleggio verbale fra le due posizioni che è il suo vero tratto distintivo e un
vero colpo da maestro della scrittura da parte degli autori che lei rende ogni
volta da vera virtuosa. E riesce a sembrare professionale, umana e vulnerabile.
E l’entusiasmo vero e finto che mette nelle cose è sia coinvolgente che un
commento abrasivo sul business dello spettacolo. L’amicizia fra lei e Beverly poi
è una della colonne portanti dello show. Le loro sessioni di fast walking, in montagna o sulla
spiaggia sono un must , basti ripensare a quella in cui Carol spiega come funzionano i rapporti sessuali
fra lei e Castor alla perplessa sceneggiatrice (3.07). Davvero ruba lo
show.
In quest’arco Beverly (Tamsin Greig) e
Sean sono tornati insieme e inzialmente hanno avuto qualche problemuccio in
camera da letto. Il loro programma è andato alle ortiche, ma sono stati anche
felici che PUCKS (lo show all’interno dello show) venisse cancellato per potersene tornare nell’amata
Inghilterra, nonostante le forsennate insistenze di tutti i network che si
contendevano un loro nuovo progetto: poco credibile? Forse, anzi sicuramente direi,
ma è stato costruito in prospettiva del colpo di scena finale per cui il loro
programma non è in realtà stato ufficialmente cancellato. Salad (Michael
Brandon), a capo del network, lo detesta, ma lo rinnova pur di non far andare
alla concorrenza LeBlanc.
Chi ha sofferto di più
narrativamente durante la terza stagione è stato però proprio Matt LeBlanc, che
ha rotto con Jamie Lapidus (Genevieve O’Reilly) dopo averla tradita andando a
letto con la figlia di Morning (Mircea Monroe), e che sul lato professionale
non vedeva l’ora che il suo contratto si interrompesse per poter fare ua altro
show. Il motivo per cui non ha funzionato è che, in passato, Matt come
personaggio è sempre stato un buon equilibrio fra un generoso tenerone solo in
apparenza e occasionalmente un po’ tonto e un cafone menefreghista ed egoista.
Quell’equilibrio è stato rotto in favore un po’ troppo di quest’ultimo aspetto
e il suo personaggio ne ha risentito. Le battute un po’ cattivelle magari erano
anche divertenti, ma non avevano il giusto contrappunto che rendessero amabile
a sufficienza il personaggio, finendo per farlo sembrare solo superficiale. La puntata in cui va a trovare i suoi genitori
(3.08) è stata particolarmente sgradevole.
E David Crane e Jeffrey
Klarik devono proprio amare le battute sull’organo sessuale maschile (e
femminile, se pensiamo alla “vagina parlante” di Berverly in 3.05). Dopo il
pene gigante di Matt del passato, hanno dedicato questa stagione a quello perennemente
in erezione di Sotto. Non mi dispiace affatto, perché tutta la storia che lo ha
coinvolto ha funzionato. Come in passato, qui Episodes ha mostrato di non aver timore di scherzare con un
argomento tabù: in questo caso i problemi di natura mentale del protagonista. I
suoi problemi psichiatrici vengono scambiati a lungo per il genio di un dirigente
televisivo pronto ad innovare, finché non si rivelano per quello che sono nel suo brillante
e folle sproloquio finale, “diventiamo zombie” (3.09), fatto dopo aver smesso
di prendere i farmaci contro il parere del suo psichiatra. Proprio quei farmaci
gli causavano una persistente erezione che la serie – e non solo lei, perdonate
la battutina – ha saputo ben cavalcare.
La parodia dei dirigenti
e delle meccaniche “politiche” del dietro le quinte di uno show televisivo sono
davvero il punto di forza di Episodes,
perché di vede che gli autori si divertono a graffiare e punzecchiare il
sistema, con intelligenza, ma anche con affetto. Una per tutti nella finale
(3.09) Beverly che immagina come protagonista di una sua possibile prossima
serie negli USA una tazza da tè: da maestri
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