Ideata da Steve Carell e
Nancy Walls Carell, Angie Tribeca è una gustosissima parodia di procedurali polizieschi
andata in onda sull’americana TBS. Angie Tribeca (interpretata da Rashida Jones) e il suo
nuovo collega Jay Geils (Hayes MacArthur) sono agenti della RHCU, che sta per
Really Henious Crime Unit (Unità di Crimini Davvero Odiosi) della polizia di
Los Angeles. Investigano su ogni tipo di omicidio sotto la direzione del
tenente Pritkin “Chet” Atkins (Jere Burns). Ad aiutarli ci sono il collega DJ
Tanner (Deon Cole, già esilarante in Black-ish)
col suo partner canino David Hoffman (Jagger), di cui capisce al volo ogni
abbaiata – ed è reciproca; e ci sono due abili medici legali, il dottor
Edelweiss (Alfred Molina) e la serissima dottoressa Monica Scholls (Andréè
Vermuelen).
Moltissime sono le guest star, da James Franco a Gary Cole,
da Lisa Kudrow a Bill Murray, da Adam Scott a molti altri ancora in una
girandola di ruoli che spremono gag visive e verbali in ogni possibile
angolazione – la serie è spassosa da vedere e rivedere per poter cogliere tutto.
Il tono, per chi la ricorda, è più quello della serie TV Police Squad! (diventata in italiano Quelli della Pallottola Spuntata) che non di Brooklyn
Nine-Nine che, pur umoristica, è meno demenziale e più workplace comedy.
Molto dell’umorismo è
creato dalla caricatura di tropi o comunque vezzi classici del genere
poliziesco, come ad esempio una lo è stata conversazione in cui tutti
iniziavano la propria frase con “con il dovuto rispetto” (1.01) o
l’inseguimento di criminale di turno che, da parte del poliziotto, è diventata
una serie di esagerati esercizi ginnici inutili alla situazione (1.01); ci sono
i tormentoni e liturgie che si rafforzano nell’umorismo a mano a mano che si
rivedono, a partire dalla sigla - che ha
un audio di un urlo che, ad ogni inizio di puntata o quasi, viene ripreso da
qualcuno che sta gridando per qualche ragione (in 1.03 ad esempio un agente si
è schiacciato le dita in uno schedario) - e
nelle varie situazioni (il collega che vomita ogni volta che arrivano sulla
scena dell’omicidio, il patologo che entra in sena ogni volta con una
invalidità diversa che poi risulta finta); c’è la resa letterale di espressioni
che, legata all’inglese, difficilmente riuscirà altrettanto divertente in
italiano; c’è nonsense.
Si va dal raffinato al
casereccio. Tutto è lecito per far ridere, e ci si riesce bene. La recitazione
non ha una sbavatura. Le puntate della prima stagione sono 10.