Ideata da Justin Adler, Life in Pieces racconta le vicende della
famiglia Short in quattro piccole vignette autonome (ciascuna con un proprio
titolo) per ogni puntata, in un buon equilibrio e riuscendo a gestire e far
interagire con storie collegate un ampio cast. Questo formato – a quanto apre
ispirato ai Looney Tunes - permette agli
autori di tagliare tempi morti e compattare gli accadimenti in momenti che sono
estremamente frizzanti, senza cadute di tono.
C’è anche la libertà di usare esterni e di muoversi propria delle
commedie single-camera.
I nonni sono John (James
Brolin) e Joan (Dianne Wiest): lui è un pilota d’aereo in pensione, lei una
terapeuta. Hanno tre figli. Heather (Betsy Brandt, Breaking Bad), la figlia più grande, è sposata con un otorinolaringoiatra,
Tim (Dan Bakkedahl), da cui ha tre figli: Tyler (Niall Cunningham), Samantha
(Holly J Barrett) e Sophia (Giselle Eisenberg, Flesh and Bone). Matt (Thomas Sadoski, The Newsroom), il secondogenito, divorziato e senza lavoro, torna a vivere dai
genitori, nel garage, e frequenta Colleen (Angelique Cabral) che ha un cagnetto
maschio di nome Princess (Principessa). Il figlio minore Greg (Colin Hanks) è
sposato con un’avvocatessa, Jen (Zoe Lister-Jones), e hanno appena avuto una
bimba, Lark.
Autenticamente
esilarante proprio nelle situazioni più che non nelle battute, la serie mescola
tradizione a originalità, raccogliendo anche le lezione di Modern Family, e rispetto a quest’ultima ha personaggi più amabili.
Non è raro ritrovarsi a sghignazzare della grossa, e in modo costante, ma
capita anche di commuoversi. La
recitazione è buona su tutta la linea, con Hanks e Lister-Jones sono particolarmente
efficaci nella commedia fisica. Una loro espressione è sufficiente per rimanere
genuinamente divertiti. Diverse sono anche le guest-star. La prima stagione è
partita in modo solido ed è cresciuta in forza nel tempo: se le puntate
iniziali spingevano a proseguire, ma con il dubbio di farlo a lungo termine,
con il susseguirsi delle puntate si è fugato ogni dubbio e alla chiusura già si
desidera la seconda stagione che, per fortuna, ci sarà.
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