La quinta e ultima stagione di Episodes
esordisce con Matt (Matt LeBlanc) che, pur agognando di recitare ancora, è
bloccato a condurre un orribile gioco, The Box, in cui i concorrenti
sono confinati in un cubicolo di vetro e subiscono punizioni di vario tipo.
Parallelamente Beverly (Tamsin Greig) e Sean (Stephen Mangan) sono loro
stessi bloccati nel loro inferno personale, a dover collaborare con un capo
sceneggiatore inetto che li tiene tutti ostaggi nella sala sceneggiatura a
scrivere un programma che è chiaramente incompetente a dirigere, bloccandoli
per ore su minuzie inutili. Carol (Kathleen Rose Perkins) è senza lavoro e al verde
e si sente miserabile, tanto da non uscire mai di casa.
Già da subito la serie si mostra come è una riflessione graffiante sulla
cattiva televisione: guardare il nuovo caposceneggiatore Tim che si incaponisce
su una battuta che ha a che fare con dei biscotti (5.01) e che ha sotto di sé
una squadra che non lo sopporta, ma che è costretta piegata ai suoi voleri,
nella malcelata insofferenza, è un piccolo capolavoro, e si ride di gusto nel
vedere i colleghi che sputano un lungo elenco di marche di biscotti quando
viene schioccata la metaforica frusta della richiesta di sentirne elencati
alcuni tipi specifici. E, proferita dalla sua bocca, non si può non
compartecipare alla riflessione critica nei confronti delle molte commedie
attuali che, pur definendosi tali spesso non fanno affatto ridere, quando gli
fanno dire, di fronte allo sguardo atterrito di Sean e Beverly: “Oh, voi due
siete così vecchia-scuola. Le commedie non devono più essere divertenti. Alcune
delle maggiori commedie non sono nemmeno lontanamente divertenti. Il pubblico
non ha più bisogno delle vostre battutine e delle vostre risate e del vostro
humor. Dovete solo finire dopo 30 minuti. Tutto qui, bang, siete una commedia”.
Che ilare frecciata. Questa frase da sola, vale tutta la stagione.
Ci si sofferma su come talvolta alcune decisioni nascano molto
prosaicamente da rospi da mandare giù e rivalità ripicche reciproche e continua
la tradizione di cavare umorismo dal pene di Matt LeBlanc che, per una piccola
vendetta di Merc Lapidus (John Pancow), qui si ritrova involontariamente a masturbarsi
pubblicamente, e dal suo egocentrico menefreghismo. Non si temono terreni spinosi - la conversazione fra
Carol e Berverly sul sembrare o meno ebrei in 5.01) è un buon esempio così come
la morte del padre di Matt (5.05).
La chiusura, che in realtà è apparsa un po’ precipitosa, ha concesso in
lieto fine. È stato un bel tocco, anche se lo avevo sospettato dal momento in
cui Sean ha dichiarato di aver scritto una nuova idea di cui era entusiasta e
quindi non è stato proprio una sorpresa, che l’ultima scena vedesse tutti i
protagonisti in un sala di proiezione a guardare la sigla del nuovo programma
che era in realtà la sigla di Episodes
stesso, solo con autori Sean e Berverly al posto di Jeffrey Klarik
(sceneggiatore di tutte le puntate della stagione) e David Crane.
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