Non mi ha troppo convinta Equinox,
che esordisce con una premessa alla The Society, ovvero un gruppo di compagni
di scuola parte con un pulmino e svanisce nel nulla, per risolversi in una
specie di Stranger Things danese, per il fatto che, se non c’è
propriamente un Sottosopra, c’è comunque un mondo altro, mitico, nebbioso,
folto di indistinta vegetazione e che provoca paura. È stata prevalentemente
accostata a Dark, ma non avendo seguito quest’ultima non ho opinioni in
proposito. È la seconda serie danese prodotta da Netflix e afferisce al cosiddetto
altgenre noto come “Scandinoir” (e in proposito può essere interessante
leggere questo
post su Critical Studies in Television).
Astrid (una Danica Curcic
molto coinvolgente, che fa trasparire le mutevoli emozioni sul suo volto) è una
giornalista radiofonica che un giorno riceve una telefonata da un misterioso
ascoltatore che la riporta a quello che era successo quando lei aveva solo 9
anni (e ad interpretarla è Viola Martinsen), dicendole di sapere che cosa era
accaduto. Come accennavo sopra, un gruppo di neodiplomati, nel 1999, era
partito per una gita e 21 persone erano svanite nel nulla. Solo tre erano
tornati. Fra gli scomparsi c’era Ida (Karoline Hamm), la sorella maggiore di
Astrid, e lei ora cerca di ricostruire cosa le fosse successo, anche
confrontandosi con i propri genitori. Riemergono così prepotenti gli incubi del
passato che l’avevano portata per un breve periodo anche in cura presso un
ospedale psichiatrico.
Il mistero ruota intorno
al culto della dea Ostara,
in un cui rituale era stata coinvolta Ida, ed era collegato, senza fare troppo
spoiler, in un patto stretto anni prima dalla madre. Questa creazione di Tea
Lindeburg, basata su un popolare podcast, spiega a grosse linee il mito della
divinità in questione, facendolo sembrare però molto più esotico di quanto non
sia. Chiunque abbia visto American
Gods, che peraltro le ha dedicato un magnifico episodio (1.10), o
chiunque abbia un minimo di familiarità con l’etimologia della parola Easter,
Pasqua in inglese, ha familiarità con Ostara. Si fa riferimento all’equinozio di
primavera (da cui il titolo) e si usano le uova e l’uomo lepre anche, tutti riferimenti
mitologici con cui abbiamo comunque familiarità.
Forse sono io che non ho
grande affinità con questo genere di narrazioni, ma non mi ha troppo
impressionata. Nel culmine della cerimonia sessuale vera e propria (1.02)
quello che ho pensato è stato che in True Blood rituali simili erano
usciti più disturbanti e conturbanti. Qui i partecipanti sembravano più zombie
che baccanti in preda a un sacro furore. A convincermi è stata solo la palette
cromatica.
Un aspetto interessante
che si è affrontato, ma per zigzagare in non si sa bene quale direzione, è il
tema della sanità mentale. Quando Astrid da piccola continua ad avere incubi di
un mondo alternativo dove sarebbe intrappolata la sorella e dove lei nella
dimensione onirica poteva entrare per liberarla, si dubita del suo equilibrio
mentale: sua madre le crede (e nella spiegazione finale si capisce il perché),
all’insegna del “tu non sei malata, sei speciale” e la spinge anche a suo danno
a inoltrarsi in quei territori; il padre al contrario vorrebbe per lei un
supporto psicologico e per un periodo viene ricoverata e prende dei farmaci che
le impediscono di avere incubi. In ospedale la bimba conosce anche un coetaneo,
che si auto-convince di non essere malato finendo male. Quindi ci si pone
appropriatamente l’importante quesito di che cosa sia essere sani di mente e
che cosa no, ma allo stesso tempo non si abbozza nemmeno una risposta. Anche
perché poi la conclusione è decisamente sul terreno del fantastico.
Altro tema che emerge è
quello del libero arbitrio e del fato, ma anche qui il discorso è appena
abbozzato, e lo stesso dicasi della possibilità di indagare diversi modi di
reagire a un lutto, nonostante il buon intersecarsi fra presente e passato. Qualche
altro personaggio potenzialmente interessante, oltre alle due sorelle e ai
genitori, è stato scartato non appena ha eseguito la sua funzione narrativa, ma
le vicende sapevano teleologicamente dove andare a parare e in questo senso non
ci si può dire delusi.
Le sei puntate della prima stagione di questo thriller sovrannaturale sono state rilasciate da Netflix lo scorso 30 dicembre.
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