Firmato da Hirokazu
Kore-eda, showrunner, sceneggiatore e regista di alcune delle puntate, il
delicato The Manakai – Cooking for the
Maiko House, che ha debuttato su Netflix il 12 gennaio 2023, è l’adattamento
live action dell'omonimo manga di Aiko Koyama, che nel 2021 aveva già avuto una
trasposizione in anime (qui
su Crunchyroll). Non ne abbiamo una versione doppiata in italiano, ma è
disponibile con i sottotitoli.
Due ragazzine di 16 anni provenienti
da Aomori, in Giappone, decidono di non proseguire gli studi, ma di recarsi a
Kyoto per diventare maiko, apprendiste geishe, o come vengono chiamate nella
serie del dialetto della città, geiko. Vengono accolte dalla madre Chiyo (Keiko
Matsuzaka) e dalla madre Azusa (Takako Tokiwa), che ha una figlia adolescente,
Ryoko (Aju Makita), a cui non piace questo stile di vita. Cominciano le lezioni:
se Sumire (Natsuki Deguchi), che sogna per sé questo futuro da quando ha
incontrato per la prima volta la famosa Momoko (Ai Hashimoto) che ora per le è
una “sorella”, si dimostra subito portata, Kiyo (Nana Mori, una idol del j-pop)
invece non è all’altezza e le viene detto che non può proseguire, cosa che la
lascia affranta anche perché lei e l’amica si erano promesse di proseguire nel
percorso insieme. La cuoca della casa si infortuna e non riesca più ad andare a
cucinare per loro. Stufe dei cibi da asporto, le giovani donne decino di cucinare
loro ma per poco non provocano un incendio. Kiyo, che ha una grande passione
per il cibo, si offre lei di cucinare, ed è subito evidente a tutte che quello
che prepara è molto buono. Diventa così la makanai, la cuoca della casa delle
maiko appunto. Non è un compito facile. Vengono tutte da parti diverse del
Giappone e sono abituate ad alimenti e gusti diversi. Bisogna preparare cibi
che possano andar bene per tutte e farle sentire a casa.
Questa serie corale, che
ruota tutta intorno alle donne della casa, è estremamente dolce e delicata,
costruita con grazia, mitezza, levità. Non ci sono grandi contrasti o colpi di
scena. Anche le delusioni della vita, o le contrarietà, vengono accettate e
risolte con pacatezza, nella quotidianità, che è vissuta con riverenza anche
nelle piccole cose. Si riflette su quello a cui si aspira nella vita. Molto
rigore è richiesto alle novizie per imparare il “mai”, la danza rituale tradizionale,
che può avere molte forme e significati ed è ricerca artistica. “Devi mostrare
ciò che non si vede senza mai mostrare troppo” (1.05) viene proprio detto
rispetto a questo tipo di danza. “Con la massima dedizione” imparano presto che
è la formula con cui salutano, cosa che riflette il loro impegno
costante a raggiungere il raffinato ideale di modestia e femminilità che viene
loro insegnato. Ricevono una severa preparazione all’insegna della tradizione,
che prevede anche che non possano avere un ragazzo, utilizzare il cellulare, entrare
in un supermercato se hanno le loro elaborate acconciature tradizionali… Devono
abituarsi anche a mangiare porzioni di bocconi molto piccoli per non rovinare
il rossetto. Al momento del loro debutto chi diventa maiko prende un nuovo
nome.
Si
affastellano nel corso delle puntate tanti dettagli culturali inusuali per un occhio
occidentale. È uno sguardo che è intergenerazionale, ma allo stesso tempo
fuori dal tempo ed intimo. Ci si interroga sull'amore e sul ruolo che esso
gioca nella loro vita e nel desiderio di perseguire un particolare sogno o sulla
natura dell'amore non corrisposto. Si percepisce il senso di scoperta dipingendo
quadri di lieve stupore verso l’ordinario.
Si vede anche la cura e
l'affetto che Kiyo ci mette nella creazione delle pietanze, che sono espressione
di piaceri del palato, ma anche forma di amorevolezza e sono ricambiate con deliziate
espressioni di apprezzamento negli assaggi. C’è amicizia e affetto e ciascuna
di loro ha una propria distinta personalità che impara ad armonizzare con
quella delle altre. Kiyo, ascoltandole, si rende conto che l’amica
Sumire non avrebbe dormito bene la prima notte con l’acconciatura tradizione –
per non rovinarla è costretta a dormire in un modo particolare molto scomodo -
e così si ferma alzata per prepararle qualcosa di caldo; di rimando Sumire sa
che Kiyo sta cercando di raccogliere biglietti della locale lotteria per poter
vincere una macchina del pane che c’è in palio e si premura di procuragliene. Sono
una famiglia. Yoshino (Mayu Matsuoka), che aveva lasciato la casa per sposarsi,
lascia il marito perché vuole tornare a quella vita. Attorno al tavolo della
cucina si scambiano onestamente ricordi, motivazioni e desideri. E ognuno può
brillare e trovare la sua strada con il sostegno dell’altra senza rivalità
perniciose o invidie.
La sigla di ognuna delle nove puntate si chiude con un piatto che verrà ripreso nella puntata ed evoca emozioni e sensazioni diverse. Una serie misurata e accogliente.
Nessun commento:
Posta un commento