Si è da poco chiusa la quarta e
ultima stagione di Evil
(Paramount+). In un’intervista
niente meno che Stephen King si è dichiarato un estimatore: considera la serie divertente,
arguta e molto acuta. Attori e ideatori, che sono i coniugi Robert e Michelle King,
ma a dispetto del cognome non hanno alcun rapporto con lo scrittore, ne sono
rimasti lusingati e su X (l’ex Twitter) lo hanno ringraziato. Lui ha rincarato la dose,
dicendo che è un programma brillante, stimolante, e che a tratti incute molta
paura. Non posso che trovarmi d’accordo e augurarmi che la pressione che è nata
per far continuare la serie, magari su Netflix o su altri servizi di streaming,
possa avere successo. Negli USA si è piazzata nella top ten dei programmi più
visti, gli autori hanno assicurato di avere storie per almeno altre due
stagioni, e gli interpreti sono interessati a continuate a recitare quei ruoli.
Katja Herbers in particolare, che interpreta Kristen Bouchard, è stata vocale
nel fare campagna in proposito. Incrociamo le dita.
La premessa è sempre la stessa e
sembra quasi l’inizio di una barzelletta: una psicologa (Kristen), un prete
(David Acosta, interpretato da Mike Colter), e un esperto di tecnologia (Ben
Shakir, a cui dà il volto Aasif Mandvi) indagano situazioni “paranormali” per
conto della chiesa cattolica: sono eventi spiegabili dalla scienza oppure c’è
altro? Quanti sono orrori psicologici e quanta è possessione demoniaca? Ci si
mantiene in bilico, senza essere creduloni, ma dando un margine di dubbio, e
oltre alla puntata autoconclusiva procedurale si segue un arco sul “male” che
appare mostruoso ma è evidentemente una metafora di mali sociali più o meno
riconoscibili. Come non apprezzare quando Sheryl (Christine Lahti), la madre di
Kristen, si ritrova finalmente in un ufficio tutto suo, ma il soffitto è
bassissimo, è di cristallo e sopra di lei camminano solo uomini? Sister Andrea
(Andrea Martin), un'anziana suora che riesce a vederli fisicamente davanti ai
propri occhi, insegue schiaccia e distrugge i demoni più diversi.
In passato (ne avevo parlato qui)
mi aveva lasciato qualche problematicità morale nel momento in cui ha avuto
l’eroina protagonista capace di un omicidio premeditato nel corso nella seconda
stagione. La moralità o meno dell’omicidio è però qui un tema ricorrente, con i
personaggi dalla parte del bene che pure spesso si interrogano in che misura sia
eventualmente lecito ricorrervi: David ad esempio prende in considerazione di eliminare
fisicamente Leland Townsend, il sempre viscidamente seducente e inquietante
Michael Emerson (Lost), grande cattivo della situazione. Il peso dei
compromessi morali è preso seriamente, come è stato osservato. Con un mistero
vagamente alla Dan Brown, David Acosta ha cominciato a lavorare per una società
segreta, l’Entità, legata alla chiesa cattolica, che sfrutta la sua abilità di
avere visioni, e se lui è sempre stato l’uomo di fede, non rimane cieco alla
crisi della Chiesa Cattolica, così come spesso si discute del valore e del
senso delle religioni organizzate, con più posizioni messe in campo – Kristen è
stata cresciuta dalle suore, ma è agnostica, e le fa paura che la figlia
maggiore stia valutando di farsi suora, ad esempio.
Ho proprio notato nel corso delle
stagioni che mi lasciava una certa inquietudine di fondo, nonostante
solitamente in queste cosa nulla mi tanga. E non sono mai mancati ironia e
umorismo. Come non sghignazzare quando Leland ha a che fare con l’anticristo che è un bebè
frignante che non riesce a dormire ma fa solo cacca e pipì, o quando glielo
battezzano per fargli dispetto e impedirgli di usarlo per i propri fini? Le
storie sanno essere folli e assurde a momenti, si passa con nonchalance dalla
commedia a discussioni molto pregnanti e impegnate, con sostanza. I personaggi
sono autenticamente amici e si vogliono bene, ma realisticamente da un punto di
vista umano possono non essere d’accordo, e sanno esprimerlo con rispetto
reciproco, ammettendo dubbi e paure. Gli interpreti tutti hanno saputo dare molto
spessore a coloro che incarnano: David nella sua vocazione che talvolta si
interroga se sia sufficiente, ma che sa essere la sua strada; Kristen nel suo ruolo
professionale e di madre, con le quattro figlie - Lynn (Brooklyn Shuck), Lila (Skylar Gray),
Lexis (Maddy Crocco) e Laura (Dalya Knapp) – le cui voci si sovrappongono, che
hanno sempre regalato una bella energia; Ben nella sua fiducia nella scienza, che
nell’ultima stagione sembra essere in crisi.
Scrive acutamente TV Guide
che Evil ha attinto al potere di ciò che è assente, ed è lì che si sono
sovrapposti l'orrore, il romanticismo e il desiderio religioso della serie, ed
è riuscita ad essere raffinata nei dialoghi ma anche sorprendentemente
pregnante nei momenti di silenzio. E aggiunge, facendo riferimento a un video
di YouTube che non è reso disponibile nel nostro Paese che “(i) King hanno
spesso citato il thriller in bianco e nero di Charles Laughton del 1955, The
Night of the Hunter / La notte del cacciatore, come una delle principali
influenze dello stile visivo di Evil, che punta al cielo, inquadrando i
personaggi sotto uno spazio vuoto. In un dietro le quinte della quarta
stagione, il direttore della fotografia Fred Murphy ha spiegato: ‘Abbiamo
voluto dare più spazio intorno ai personaggi, per dare spazio al mondo degli
angeli sopra ai personaggi’. Gli angeli del male avevano la stessa probabilità
di essere tanto visioni di terrore come di meraviglia, e anche ciò che scendeva
dall'alto poteva essere pericoloso. (Robert King ha dichiarato a Entertainment
Weekly, durante la prima stagione, che la casa di Kristen si trovava sotto
un treno, in modo che i personaggi “guardassero in alto in cerca di una
minaccia”). Ma era importante che, mentre i demoni dilagavano, il mondo degli
angeli fosse definito da ciò che non si vedeva”.
La conclusione c’è stata su più
fronti. L’unico aspetto che mi è parso poco soddisfacente è stato quello del
marito di Kristen, liquidato in modo affrettato, senza che si venisse davvero a
scoprire che i suoi vuoti di memoria erano programmati da Leland, che gli
succhiava letteralmente il sangue. La narrativa ha risolto i nodi principali e
ha visto la chiesa cattolica chiudere il programma di valutazioni per cui erano
stati assunti David, Kristen e Ben, anche se andava forte, e licenziarli. Sono delusi. Avrebbero continuato. Molto meta. Robert King
ha dichiarato in un’intervista
a Slate che in parte volevano affrontare la questione della
disintegrazione del sistema, della società, ma anche che sono partiti dall’idea
che il male (evil in inglese) continua a esistere, indipendentemente dai
desideri della Paramount+, rete televisiva che manda in onda le puntate. “Quindi,
per definizione, se il male continua a esistere, la storia continua a esistere”.
Ci auguriamo davvero possa farlo anche sui nostri teleschermi.
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