Somebody
Somewhere
ha saputo regalare una seconda stagione anche migliore della prima.
Il legame di amicizia fra
Sam (una luminosa Bridget Everett) e Joel (Jeff Hiller) è stato l’asse
emozionale portante. In questa stagione vivono temporaneamente insieme perché
Joel ha affittato la sua casa come Airbnb. La loro amicizia è così autentica e
profonda che quasi non sembra scritta: condividono i pasti, le passeggiate di
10.000 passi in cui commentano allegramente chi vedono, e raggiungono un “nuovo
livello di intimità” quando entrambi hanno un attacco di diarrea sincronizzato (2.02)
che fa sbellicare dalle risate. Con sceneggiatori meno abili sarebbe stato
qualcosa di volgare e scadente, ma qui lo humor è talmente naturale e giocoso
che ha solo il potere di renderci complici di un momento insignificante che in
realtà significa tutto. E i due interpreti hanno un’invidiabile intesa sul set.
Sam nel corso di questo
arco si avvicina anche di più alla sorella Tricia (Mary Catherine Garrison),
che ha divorziato e la cui figlia è partita per il college, e le due trovano
sostegno l’una nell’altra. Affrontano insieme la madre alcolista Mary Jo (Jane
Brody) che ha avuto un infarto e si trova in un centro assistito – nessuna
delle due vuole vedere lei e in realtà lei pure non vuole vedere nessuna delle
due; nascono momenti di imbarazzo. L’interprete del padre, Ed (Mike Hagerty), è
mancato prima delle riprese e la sua assenza è stata giustificata dalla storia
dicendo che se ne era andato a trovare il fratello lasciando a loro il compito
di gestire la fattoria – con una nota di tristezza ripuliscono il granaio, una
vita che si chiude. Tricia, tradita, da quella che era la sua migliore amica,
si re-inventa, professionalmente come organizzatrice di eventi e con un
business di cuscini nato casualmente, con scritte piene di parolacce ispirate
in modo divertente dagli insulti rivolti alla sua ex-amica: non solo l’ha
tradita, ma dice in giro che ci ha provato con suo marito, cosa vera, ma
omettendo di essere stata lei per prima prima a portarsi a letto il suo.
Questi due legami riescono a dare un centro di gravità a Sam, che sente meno la solitudine. Dolori e risate, dolcezza e amarezza si mescolano
costantemente per i personaggi e in modo fluido. La puntata finale giustappone
bene una volta in più questa doppia anima del programma: ha il triste funerale
dell’insegnante di canto di Sam e l’allegro matrimonio di Fred Rococo (Murray
Hill), il comune amico che li ha invitati per la cerimonia in cui si è unito
alla sua fidanzata Suzie. A Joel era stato chiesto di celebrare la funzione, a
Sam di cantare, e i preparativi per la grande giornata punteggiano la
stagione.
Le emozioni di Sam sono
sempre in superficie e crude. Ne viene sopraffatta quando riprende le lezioni
di canto per prepararsi in vista delle nozze, ne viene schiacciata e rimane
ferita quando si sente umiliata tanto da Joel quando da Tricia che le hanno
nascosto informazioni estremamente significative nel timore che non fosse in
grado di accettarle: lui non le ha rivelato che ha iniziato una relazione con Brad
(Tim Bagley), che in passato prendevano in giro insieme, e lei le ha tenuto
nascosto e si è fatta sfuggire solo per errore che la loro sorella defunta in
realtà si era ammalata a 47 anni, e non a 48 anni come credeva lei. Le sue
insicurezze rialzano la testa e la mostrano in tutta la sua vulnerabile
umanità.
La grandezza della serie
ancora una volta sta nel non avere bisogno di storie pirotecniche o grandi
eventi per mostrare quanto dolorose sono le ferite della vita, ma di riuscire a
farlo emergere da situazioni minime. Umorismo amaro sgorga dai momenti dolorosi,
ma gioia e autentico divertimento si innescano da reale condivisione di momenti
di vita. Si sa essere seri e impertinenti e c’è la sensazione che si voglia
mostrare la vita per quello che è, bella e brutta insieme, e con il positivo e
negativo che non sono nemmeno separabili in molti casi, ma coesistono
essenzialmente.
Il programma ha come
sottofondo anche il tema della guarigione emozionale, che non è istantanea, ma
richiede tempo, e pazienza, necessità che gli autori sanno concedersi. Si scava
nel personale, con autenticità, anche con un ritmo ben misurato.
Con gioia ho appreso che la serie è stata rinnovata per una terza stagione. Sarà però l’ultima. Negli USA debutta il prossimo 27 ottobre.
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