La
primissima cosa da osservare su Dying for sex è indubbiamente qualcosa
di risaputo ma non meno meritevole di essere ribadito espressamente, ovvero
quanto sia straordinaria Michelle Williams: vulnerabile, cruda, onesta,
distrutta, vogliosa, sconfitta, vincente, abbattuta, piena di vita,
impertinente, insicura, carica, entusiasta, eccitata, morente…interpreta Molly
Kochan, una donna realmente vissuta che ha raccontato la sua storia con un omonimo
podcast, da cui la serie scritta da Liz Meriwether e Kim Rosenstock è
liberamente tratta. A Molly viene diagnosticato un cancro metastatico alla
mammella al quarto stadio. Rendendosi conto di non avere molto da vivere (il
podcast è stato pubblicato dopo la dipartita della reale Molly), decide di
lasciare il marito Steve (Jay Duplass), che pure si prende cura di lei in modo
molto attento e premuroso. Cerca di proteggerla, ma è una cosa che lei alla
fine non vuole, e non si percepisce che, ovviamente con i distingui di grado
del caso, è in fondo una cosa che capita anche a lui.
Molly si
rende conto di non aver mai avuto un orgasmo con lui ed è anche inibita nel
godersi il sesso dall’abuso del fidanzato della madre che le ha imposto del
sesso orale all'età di sette anni. Nel poco tempo che le rimane vuole
sperimentare il piacere sessuale, scoprire cos’è anche. Immunocompromessa, non
dovrebbe avere rapporti intimi con estranei, ma agogna essere toccata da
qualcuno che desideri toccarla, per lei diventa una vera priorità. A starle
vicino è l’amica Nikki Boyer (nella realtà co-ideatrice del podcast e nella
finzione interpretata con vigore e vera emozione da Jenny Slate, una forza della
natura), che perde anche il lavoro che trascura per starle vicino al meglio,
pur non essendo l’organizzazione il suo forte e che trascura il suo partner Noah
(Kelvin Yu) dal quale finisce per separarsi. È molto
cruda nella sua partecipazione emozionale, una ferita aperta, ma che sa mettere
da parte per stare vicina all’amica. A seguire Molly, in modo diversi, ci sono
il suo oncologo il Dr. Pankowitz (David Rasche), la specialista di cure
palliative Sonya (Esco Jouléy) e la madre Gail (Sissy Spacek). Cominciano così
la sua esplorazione alla ricerca del piacere sessuale, con persone diverse, a
partire dal suo vicino di casa (Rob Delaney) con il quale i sentimenti
diventano via via più intensi e coinvolgenti.
Si può
ben dire che ci sono eros e thanatos in una serie che, visto il contenuto,
sorprende vedere su DisneyTV+, dove eros ha un valore apotropaico, e thanatos è
qui la diagnosi di una malattia terminale. Molly sviluppa un gusto da
dominatrice, e per il kink in senso più ampio, ma soprattutto impara ad
ascoltare se stessa e i propri desideri senza preconcetti o paure. La incoraggiano
a capire che il sesso è un’onda, un stato della mente, ad ascoltare anche cose
che non comprende intellettualmente e di darci e darsi una possibilità, ad
essere presente (1.04). “Il dolore è politico, il piacere è politico” (1.03)
Quindi dolore e piacere sono centrali, in declinazioni ludiche e no, e c’è Sehnsucht
nei confronti di una vita che sta sfuggendo e un futuro che non si potrà avere.
Si rifiuta anche la positività tossica, rinunciando ai sensi di colpa perché non
si è positivi, nella consapevolezza che al cancro non importa nulla se sei
positivo o meno.
C’è
rabbia, desolazione, e c’è amicizia: consumante, totale, presente, una mano
tesa nelle sabbie mobili che risucchiano. Da parte di Nikki, ma poi in realtà
da parte di tutti quelli che la circondano. Grande umanità, senso di perdita e lutto,
superati solo dall’amore e dalla condivisione. È
straziante e doloroso, ma non deprimente per lo spettatore, piuttosto agrodolce.
Una operatrice dell’hospice in cui viene ricoverata per gli ultimi momenti, Amy
(Paula Pell, Girls5Eva), fin troppo entusiasta, la descrive come un’ultima
fase piena di momenti di lucidità alternati a momenti di estati allucinatoria. Un
momento importante tanto quanto la nascita. Non la vediamo esalare l’ultimo
respiro, e bene così. Non era quello il punto. La destinazione finale tutti
sappiamo qual è. Intensa, poetica, potente. Sicuramente una delle serie top di
quest’anno.
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