Nella puntata “Breaker
of Chains” (4.03) di Game of Thrones – Il
trono di Spade c’è stata una scena (sotto, il video) fra Jaime Lannister
(Nikolaj Coster-Waldau) e sua sorella e amante Cersei Lannister (Lena Headey), che
ha fatto molto discutere, perché definita da molti una scena di stupro
incestuoso. Si può definire tale? Ho aspettato qualche altra puntata, invece di
commentarla a caldo, anche per vederla in prospettiva di scene successive fra i
due personaggi. La scena si svolge accanto al cadavere del figlio dei due,
Joffrey (Jack Gleeson), da poco assassinato. Trovo che sia estremamente
interessante, proprio per la questione dello stupro.
Che cosa dice l’autore
dei libri.
George R.R. Martin ha commentato sul suo blog
che la situazione nella serie era molto diversa da quella del libro:
“Nei romanzi, Jaime non
è presente alla morte di Joffrey, e in effetti, Cersei aveva paura che fosse
morto lui stesso, di aver perso sia il figlio che il padre/amante/fratello. E
poi improvvisamente, Jaime è lì davanti a lei. Menomato e cambiato, ma
nondimeno Jaime. Sebbene il tempo e il luogo siano estremamente inappropriati e
Cersei abbia paura di venir scoperta, è affamata di lui quanto lui lo è di lei.
L’intera dinamica è differente nel programma, dove Jaime è tornato da settimane
almeno, forse di più, e lui e Cersei sono stati in compagnia l’uno dell’altra
in numerose occasioni, spesso a litigare”.
Ha aggiunto che per
questa ragione i personaggi nel romanzo sono emotivamente altrove, rispetto a
quanto non sia nella serie, e nel libro si assume il punto di vista di Jaime, e
la telecamera, esterna, non permette invece di sapere che cosa i personaggi
stiano pensando. Continua dicendo:
“Se il programma avesse
mantenuto parte del dialogo di Cersei del libro, avrebbe potuto lasciare una
impressione in qualche modo diversa – ma al dialogo era stata data molto la
forma dettata dalle circostanze dei libri, pronunciato da una donna che vede il
suo amante di nuovo per la prima volta dopo un lungo periodo separati in cui ha
avuto paura che fosse morto. Non sono
sicuro che avrebbe funzionato con il nuovo susseguirsi degli eventi. Questo è
davvero tutto ciò che posso dire su questo argomento. Si è sempre inteso che la
scena fosse disturbante… ma rimpiango che abbia disturbato le persone per le
ragioni sbagliate”.
Che cosa dice il regista. La HBO e la produzione
non si sono espressi in merito alla scena, ma il regista Alex Graves, in
un’intervista con Alan Sepinwall, nega che sia stupro: “Beh, diventa
consensuale alla fine, perché qualunque cosa alla fine per loro diventa un
motivo di eccitazione, specialmente la lotta di potere”.
Che cosa dicono i
critici.
Molti lamentano il fatto che si sia trattato di stupro e che, come sempre, si
scelga di non vederlo o di non chiamarlo tale. Amanda
Marcotte su Slate dice “Cersei
sta ancora calciando e protestando quando la telecamera cambia scena. È
una scena di stupro tanto diretta quando riesci a trovarne in TV, a meno che
non sottoscrivi l’assurdo mito che una donna non possa essere violentata se ha
precedentemente acconsentito al sesso con un uomo”. Jessica Valenti, che in
materia è estremamente ferrata ed e una la cui opinione in questo senso ha
decisamente un peso molto rilevante per me, sul
Guardian dice che si tratta senza
dubbio di stupro.
Che cosa dico io. Sono sempre stata
molto sensibile a quest’argomento e, da fan delle soap, ho visto innumerevoli
storie di stupro in vita mia, affrontate molto approfonditamente in ogni
dettaglio. In questo senso le soap hanno una letteratura molto vasta e
accurata. So bene che, al di là di
tutto, se una dice “no” è no. Le donne, diversamente da quanto la tradizione
spesso vuol far pensare, non dicono una cosa, ma in realtà ne pensano
un’altra - prospettiva estremamente
pericolosa da sostenere – e dire “no” non è un modo per fare le ritrose e non
passare per facili. No è no. E qui Cersei dice no. Ma il punto è che non
dice solo no.
Lungo tutto il corso
della sena mi sono chiesta se lui la stesse violentando. Anche ora, dopo aver
rivisto la scena, non sono sicura che mi sentirei di definirlo stupro. C’è un
contesto, e c’è una relazione. Non voglio dire che all’interno di una relazione
non ci possa essere stupro, ovviamente. Ma non sono sicura che sia questo il
caso. Per Jaime sarebbe fuori personaggio, non solo perché ha sempre dimostrato
di amare genuinamente la sorella, ma anche perché nella terza stagione aveva
salvato Brienne (Gwendoline Christie) dal venire violentata quando entrambi
erano prigionieri. Del fatto che lo stupro sia sbagliato è sempre stato
consapevole come personaggio. Quanto a Cersei, all’inizio dice “no”, però poi a
un certo punto ricambia attivamente i suoi baci e il “no” in seguito sembra
essere dovuto al “non è giusto farlo”, (perché sono fratello e sorella, perché
sono accanto al cadavere del figlio) non al “non voglio farlo”. La risposta di
Jaime è “non mi importa”. Per questa ragione infatti io non sono così sicura
che sia stupro, ma per rimane un atto ambiguo.
Per come la vedo io, Jamie
nel contesto del loro rapporto ha letto la questione come consensuale, perché
diversamente sarebbe un tradimento del personaggio. Se poi fosse consensuale o
meno, solo Cersei a questo punto può dirlo, a parer mio. Nelle scene delle
puntate successive che ho aspettato apposta, lei non si comporta come se si
considerasse una vittima di stupro (tra l’altro la serie non si fa scrupolo in
altre situazioni e con altri personaggi ad andare anche giù pesante con la
questione). Per me rimane una zona grigia. E penso che sia importante che ci
sia questa zona grigia, perché in qualche caso c’è anche nella realtà. Nella
prefazione al libro La
Filosofia del Trono di Spade, a
cura di Hensy Jacoby, si dice che Martin cita spesso l’affermazione di William
Faulkner secondo cui l’unica vera storia che vale la pena raccontare è quella
del “cuore umano in conflitto con se stesso”. Penso che questa sia una di
quelle situazioni, per Cersei.
Se fossimo in un
tribunale, sulla base dei soli fatti, dovrei chiamarlo stupro. Umanamente non
ne sono così sicura, penso che di fatto non lo sia stato, e penso che rimanere
nell’ambiguità vada bene.
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