Mark Twain diceva
che ci sono solo due cose certe nella vita: la morte e le tasse. Per Henry
Morgan (Ioan Gruffudd), della nuova serie della ABC Forever, solo la seconda parte della proposizione è vera, perché di
morire proprio non vuole saperne. O meglio, lui "muore" anche, salvo
poi risvegliarsi sempre, e non invecchiare mai. La sola altra informazione, che
ripete ad inizio di ogni puntata, dicendo che questo alla fine ci rende edotti
sulla sua condizione quanto lui, è che si sveglia sempre nudo e
nell'acqua. Nel tentativo di risolvere questa situazione che si protrae da
ben 200 anni, è diventato medico legale a New York, e si considera una specie
di studioso della morte.
Non è la prima volta che
in TV
compare un personaggio che si rifiuta di morire (New Amsterdam con un Nicolaj Coster Waldau pre-Game of Thrones è l’esempio più vicino), ma metto in realtà la
serie ideata da Matt Miller nel calderone che contiene Bones e Castle. Vederli
non cambia la vita ma, se si è un vena di uno scacciapensieri di poco più di 40
minuti con un giallo da risolvere stile Settimana
Enigmistica, è perfetto. È più Sherlock Holmes che procedurale di ultima
generazione.
Certo, quello
che dà linfa vitale ai sopracitati Bones
e Castle non è solo l'aspetto
investigativo, ma il dinamico rapporto fra i partner della serie, e qui, se il
britannico Gruffudd ha molta verve, la collega poliziotta recentemente vedova,
la detective Jo Martinez (Alana de la Garza) è un po' legnosa. L'intesa fra i
due c'è perché così è scritto sulla carta, ma non si va più di là. Quello che
compensa è il rapporto con un antiquario ormai anziano, Abe (Judd Hirsch), che Henry
conosce da quando era in fasce, dato che lui non invecchia, e che è l'unico a
conoscere il suo segreto. Viene tenuto come a
latere, ma è il rapporto emozionale clou della serie, anche in considerazione
del fatto che Henry, insieme alla moglie Abigail (MacKenzie Mauzy, Lizzie in Sentieri, Phoebe in Beautiful) lo aveva adottato dopo averlo salvato da un campo di
concentramento ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Con una lieve tonalità
comica è invece declinato quello con il giovane collega assistente di laboratorio
Lucas Wan (Joel David Moore).
Il mistero
auto-coclusivo della settimana, zigzagato da occasionali flashback sulle vite passate
del nostro protagonista, è accompagnato da un pizzico di riflessione su vita e
morte, ovviamente, ed è punteggiato da un'essenziale storia ad arco che vede il
protagonista contattato da un ignoto personaggio, “Adam” (Adrian Pasdar), che
si trova nel suo stesso frangente, solo che questi è un immortale di 2000 anni.
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