martedì 17 novembre 2015

YOUNGER: frizzante, divertente, romantica


Basata sull’omonimo libro di Pamela Redmond Satran, Younger è una commedia brillante, divertente, sexy, audace e romantica, ideata da Darren Star (Sex and the City) in onda sull’americana TV Land.
Liza Miller, una sempre magnifica e convincente Sutton Foster (Bunheads), le cui espressioni facciali sono spesso il miglior commento umoristico alla più bizzarra delle situazioni, è una quarantenne che dopo il divorzio, dovendo mantenere la figlia Caitlin (Tessa Albertson) all’università, decide di tornare a lavorare nell’editoria, mondo che aveva lasciato per metter su famiglia. L’ambiente però è difficile per una donna della sua età e così, con l’aiuto dell’amica Maggie (Debi Mazar), un’artista lesbica, finge di essere una novellina ventiseienne e riesce così a farsi assumere dalla Empirical Press, dove diventa l’assistente di Diana Trout (Miriam Shor) e stringe amicizia con la collega Kelsey Peters (Hilary Duff). La scambia per coetanea anche un artista dei tatuaggi, Josh (Nico Tortorella), con cui comincia una relazione.
Leggera e frizzante, questa serie riesce a portare rispetto ad entrambe le età: da un lato si vede quanto sia difficile essere una donna matura in un mondo che sembra ormai prestare orecchio solo alle giovani, allo stesso tempo si mostra come essere ancora verdi non sia nemmeno quello una passeggiata, per via della scarsa esperienza e del fatto che gli altri spesso se ne approfittano contando sul fatto che si è disposti o costretti a sacrificare molto pur di farcela. Allo stesso tempo ci sono anche gli aspetti positivi e gioiosi di entrambe le fasi della vita, i diversi riferimenti culturali, il rapporto con i social media. Forse è un po’ stereotipico, ma talvolta gli stereotipi nascono per una ragione, e qui ci si tiene in un buon equilibrio nel far notare che l’età è solo un numero, ma che allo stesso tempo non lo è. Lascia molto su cui riflettere, consapevole delle diverse prospettive.
Il cast è prevalentemente femminile e ci sono bei rapporti fra donne, di amicizia e supporto, ma anche di critica. C’è un piccolo potenziale triangolo, fra quel pasticcino per gli occhi che è Josh - e in quale altra serie si vede una donna che mette in dubbio il suo rapporto con un uomo solo per il fatto che questi non legge? - e il capo di Liza, Charles Brooks (Peter Herrman), con cui effettivamente si percepisce una possibile intesa. Dicono poi che sebbene la rappresentazione del mondo dell’editoria si prenda numerose licenze poetiche, ci siano anche molti inside jokes e riferimenti che solo gli addetti ai lavori riescano a cogliere, molto più realistici di quanto si potrebbe immaginare.  
La premessa apparirà forzata, ma la serie ti trascina con la sua contagiosa energia. A gennaio arriva la seconda stagione.  

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