venerdì 4 marzo 2016

BASKETS: amarezza venata di umorismo di un Pierot moderno


L'amarezza venata di umorismo è la nota distintiva di Baskets, la nuova serie di FX.  E non sorprende, se si pensa che a ideare la serie sono stati Louis CK (Louie), Zach Galifianakis e Jonathan Krisel (Portlandia, Man Seeking Woman) che è anche regista di tutti gli episodi dell’intera prima stagione.
Protagonista della serie è Chip Baskets (un dolente, pungente Galifianakis) che nella vita sogna di fare il clown professionale, con il nome di Renoir, e che per questo è stato a Parigi dove ha cercato di seguire un corso apposito, con insuccesso vista anche la sua inesistente conoscenza della lingua. Tornato negli Stati Uniti riesce solo a trovare lavoro, assunto da Eddie (Ernest Adams), come pagliaccio in un rodeo, dove si fa ammaccare corpo ed ego per quattro dollari all'ora, fra capitomboli, incornate e inclementi reazioni del pubblico. Penelope (Sabina Sciubba), la donna a cui lui ha chiesto di sposarlo, ha accettato solo per poter avere la carta verde, ma gli ha già detto esplicitamente che appena trova qualcuno di migliore lo lascia. Quando lei gli chiede 40 dollari per abbonarsi al canale HBO, lui deve chiederli in prestito al fratello gemello (sempre interpretato da Galifianakis), Dale  - e Chip e Dale sono in inglese quello che in italiano sono Cip e Ciop - con cui ha un pessimo rapporto.  Ad interessarsi a lui è Martha (Martha Kelly), un’addetta alle assicurazioni che diventa  valvola di sfogo delle sue frustrazioni e sua unica amica, a parte la sola altra donna della sua vita, per cui pure costituisce una delusione, sua madre Christine, interpretata da Louie Anderson, incredibilmente convincente nel ruolo di una donna – se non fosse per la voce quasi non te ne accorgeresti.
Chip Baskets è una specie di Pierot moderno, un clown triste, distrutto e sconfitto dalla vita, che lo abbatte e svilisce in una situazione che “è solo permanente”,  come dice lui stesso in riferimento al luogo in cui vive. Completamente assorbito dalle sue umiliazioni e dal suo dolore, non riesce a scamparle al punto di diventare occasionalmente patetico, ma resiste nonostante tutto.   
Sono diverse le tematiche affrontate dalla serie: le aspirazioni deluse; le amarezze della vita; la solitudine; la rabbia; i sacrifici in nome dell’arte a cui ci si dedica, invisibile agli altri, spesso ottusi; la frustrazione di non riuscire a trasmettere la bellezza e la grandezza del proprio sentire; la gentilezza, messa in contrasto ad una agire crudo e noncurante, cafone anche; la mescolanza di riso e dolore nel quotidiano.  
Si sente l’influenza di programmi autoriali come Louie, Girls, Togetherness, con momenti di grande pathos e riflessione esistenziale mischiati a commedia dell’assurdo, momenti di farsa e umorismo di tipo fisico per una produzione agrodolce sull’insoddisfazione di cui si rimane assolutamente soddisfatti.

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