L'amarezza venata di
umorismo è la nota distintiva di Baskets,
la nuova serie di FX. E non sorprende, se si pensa che a ideare la
serie sono stati Louis CK (Louie),
Zach Galifianakis e Jonathan Krisel (Portlandia,
Man Seeking Woman) che è anche
regista di tutti gli episodi dell’intera prima stagione.
Protagonista della serie
è Chip Baskets (un dolente, pungente Galifianakis) che nella vita sogna di fare
il clown professionale, con il nome di Renoir, e che per questo è stato a
Parigi dove ha cercato di seguire un corso apposito, con insuccesso vista anche
la sua inesistente conoscenza della lingua. Tornato negli Stati Uniti riesce
solo a trovare lavoro, assunto da Eddie (Ernest Adams), come pagliaccio in un
rodeo, dove si fa ammaccare corpo ed ego per quattro dollari all'ora, fra capitomboli,
incornate e inclementi reazioni del pubblico. Penelope (Sabina Sciubba), la
donna a cui lui ha chiesto di sposarlo, ha accettato solo per poter avere la
carta verde, ma gli ha già detto esplicitamente che appena trova qualcuno di
migliore lo lascia. Quando lei gli chiede 40 dollari per abbonarsi al canale
HBO, lui deve chiederli in prestito al fratello gemello (sempre interpretato da
Galifianakis), Dale - e Chip e Dale sono
in inglese quello che in italiano sono Cip e Ciop - con cui ha un pessimo
rapporto. Ad interessarsi a lui è Martha
(Martha Kelly), un’addetta alle assicurazioni che diventa valvola di sfogo delle sue frustrazioni e sua
unica amica, a parte la sola altra donna della sua vita, per cui pure
costituisce una delusione, sua madre Christine, interpretata da Louie Anderson,
incredibilmente convincente nel ruolo di una donna – se non fosse per la voce
quasi non te ne accorgeresti.
Chip Baskets è una
specie di Pierot moderno, un clown triste, distrutto e sconfitto dalla vita, che
lo abbatte e svilisce in una situazione che “è solo permanente”, come dice lui stesso in riferimento al luogo
in cui vive. Completamente assorbito dalle sue umiliazioni e dal suo dolore, non
riesce a scamparle al punto di diventare occasionalmente patetico, ma resiste
nonostante tutto.
Sono diverse le
tematiche affrontate dalla serie: le aspirazioni deluse; le amarezze della vita;
la solitudine; la rabbia; i sacrifici in nome dell’arte a cui ci si dedica, invisibile
agli altri, spesso ottusi; la frustrazione di non riuscire a trasmettere la
bellezza e la grandezza del proprio sentire; la gentilezza, messa in contrasto
ad una agire crudo e noncurante, cafone anche; la mescolanza di riso e dolore nel
quotidiano.
Si sente l’influenza di
programmi autoriali come Louie, Girls, Togetherness, con momenti di grande pathos e riflessione esistenziale
mischiati a commedia dell’assurdo, momenti di farsa e umorismo di tipo fisico
per una produzione agrodolce sull’insoddisfazione di cui si rimane
assolutamente soddisfatti.
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