domenica 17 novembre 2019

GENTLEMAN JACK: la "prima lesbica moderna"

Basata sui diari (di 4 milioni di parole - qui in proposito – molta parte dei quali scritti in codice – inseriti nel programma UNESCO Memoria del Mondo) di una persona realmente esistita, Gentleman Jack (HBO, BBC1) racconta le vicende di quella che possiamo definire “la prima lesbica moderna”, Anne Lister, interpretata con acume e passione da un’impeccabile Suranne Jones (Coronation Street, Vanity Fair) che si mostra in un notevole spettro – arcobaleno forse, potremmo dire – di emozioni.   

Siamo nel 1832, ad Halifax, nel West Yorkshire, in Inghilterra. La volitiva Anne torna in città dagli zii e dalla sorella Marian (Gemma Whelan, Game of Thrones) dopo che la sua amante, Vera Hobart, la lascia per sposare un uomo. È ben nota a tutti, sia per il look androgino e gli atteggiamenti che sfidano le convenzioni, sia per la sua fermezza nel curare in prima persona gli affari di famiglia e rimettere in sesto la tenuta di Shibden Hall (che originariamente doveva essere il titolo della serie), trascurata in sua assenza. La seguiamo nelle vicende personali, e nel crescere del suo amore per la ricchissima Ann Walker (Sophie Rundle), che aveva inizialmente attirato le sue attenzioni proprio per ragioni di interesse pecuniario, come in quelle di gestione economica, pronta a infilarsi in prima persona in miniere di carbone (1.04) e a contrastare rivali in affari, in particolare i fratelli Rawson, che vogliono metterle i bastoni fra le ruote.

Ideata e interamente scritta da Sally Wainwright (Happy Valley, Last Tango in Halifax), anche regista di alcuni episodi,  la serie è un dramma storico, ma con un taglio decisamente attuale, specie nel modo in cui in alcuni momenti i personaggi rompono la quarta parete e ammiccano (e parlano perfino) allo spettatore in modo complice. E da subito, la camminata, il suo incedere baldanzoso (su una specifica musica molto incisiva), ce ne mostra immediatamente il carattere, intenso e energicamente determinato. Nel corso delle puntate l’aspetto più interessante è proprio vedere questa volitività accostata alla quieta disperazione della consapevolezza di non poter avere ciò che vuole alla luce del sole, di essere sempre sul punto di ottenere qualcosa che poi le sfugge: per paura, per ostilità, per convenzioni sociali, per appropriatezza… La prima stagione ci regala un lieto fine, ma è comunque una risoluzione positiva solo personale, c’è sempre una lotta con una società che la ostracizza e cerca di “metterla al suo posto” (con la violenza se necessario – 1.05) se occupa spazi che secondo i mores del suo tempo non le competono: negli affari come negli affetti.

Anne ha una consapevolezza della uguaglianza dei gay ante litteram e una notevole integrità nell’essere chi è. Alla sua ritrosa amante, Miss Walker, che si vergogna di se stessa, nei momenti di crisi trova ripugnanti e contro Dio le spinte affettuosità fra persone dello stesso sesso e teme il biasimo della società, dichiara apertamente che lei è nata così, che la natura è varietà, e lei vuole rispettare la propria e desidera una compagna per sé, non la donna di un altro uomo, perché quello sarebbe per lei mentire e tradire (1.05). Interessante anche come noti che l’omosessualità, illegale e punita con impiccagione per gli uomini, non è tale per le donne, segno di un sessismo che non si è mai molto interessato della sessualità femminile. Omofobia e omertà si rinfocolano a vicenda - “Quello di cui non si parla non è sempre quello di cui non si sa”, viene osservato, in una realtà dove certe verità è comunque meglio non dirle e stabilire distanza per evitare di esserne associati. Temi ancora contemporanei e con una sensibilità di oggi.    

Il ritratto che viene dipinto è quello di una donna “strana” per chi la circonda, ma capace di essere se stessa, spaventata dalla banalità e dalla mediocrità, intellettualmente curiosa, brillante, indipendente e audace, che ama viaggiare e conoscere il mondo, anche se per autoprotezione deve tenere segreto il più autentico sé.  Una seduttrice anche, cosciente del suo fascino e dell’effetto che ha sulle donne che ne sono sensibili.

Si riflette sull’essere donna, sull’identità e sull’amore, sul matrimonio e sui rapporti personali, anche attraverso storie secondarie di una domestica che rimane incinta e di un affittavolo patricida, Tom Sowden (per chi ha seguito le vicende viene da chiedersi se quel cognome sia stato dato di proposito, considerato che “sow” è scrofa e “den” tana).  

Alle 8 puntate della prima stagione ne farà seguito una seconda.

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