Nello spin-off di Riverdale intitolato Katy Keene, il cui pilot ha debuttato lo
scorso 6 febbraio sull’americana CW, Katy (Lucy Hale, Pretty Little Liars, Life
Sentence), basata sull’omonimo personaggio dei fumetti Archie Comics, è una
aspirante stilista che di notte confeziona i propri abiti, con una inclinazione
verso il rosso, con la vecchia macchina da cucire ereditata dalla madre, e di
giorno lavora come assistente in un grande magazzino di lusso di New York,
Lacy’s, dove ambisce a diventare personal
shopper dei ricchi e famosi. Ha un fidanzato, KO Kelly (Zane Holtz), che
lavora come buttafuori in un locale e mira a diventare pugile, e vive con due
suoi amici: Jorge (Jonny Beauchamp), che sogna una carriera a Broadway e lavora
come drag queen con il nome di Ginger Lopez; e Josie (Ashleigh Murray, Riverdale), fresca della città, che intende
sfondare come cantante dopo l’esperienza liceale con le Pussycats ed altre
successive. Fra le sue amiche più care conta anche l’esperta di social media
Pepper Smith (Julia Chan).
Sviluppata da Roberto
Agiurre-Sacasa e Michael Grassi, la serie è senza ritegno e senza vergogna una
favola per ragazzine (la prima puntata è pure intitolata “C’era una volta a New
York”), con le protagoniste che lavorano sodo per i propri sogni, ma ottengono
tutto con una facilità sorprendente: Josie appena arrivata, improvvisa qualcosa
a Washington Square insieme a una donna conosciuta lì sul momento e le viene potenzialmente
offerto da un discografico super-carino e super-potente il contratto di una
vita, anche se poi le cose non vanno come spera. Katy deve far colpo su un
principe che spende molto denaro da Lacy’s, per non deludere la sua
esigentissima principale, e salva la situazione con la ragazza di lui
diventando la preferita del reale, nonostante l’invidia di una collega. Solo il
povero Jorge viene ritenuto “troppo gay” in un’audizione per “Mannequin” a cui
si è presentato. E dal canto suo KO è, dal pilot, poco più di un accessorio da
sbaciucchiare per Katy che altro. La prima scena in cui appare, in mutande, è
la definizione del fan service.
Si sono osservate molte
potenziali influenze: Riverdale, Sex and the City, Il Diavolo Veste Prada, Saranno
Famosi, Felicity, The Bold Type, Rent, Valley of the dolls…C’è
un’estetica retrò, visibile già dalle primissime immagini, oltre che da certi
outfit, ma si è chiaramente ancorati al presente anche con riferimenti
culturali pop vari. Ci sono colori saturi. La romanticizzazione è smaccata e gloriosamente
stucchevole, ma volutamente tale. Ci sono scene da cartolina, attenzione alla moda, intramezzi musical – è definito
un musical dramedy - e gli intenti e le emozioni dei personaggi
sono tutti molto marcarti. Dal pilot ci vedo un potenziale successo, specie fra
i giovanissimi, ma io passo.
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