martedì 22 dicembre 2020

DASH & LILY: romantico e natalizio

 

Più che una serie è un film espanso diviso in tanti segmenti quante sono le puntate ma, sia quello che sia, Dash & Lily (Netflix) è una rom-com adorabile e perfettamente riuscita in particolare perché, per una volta, l’amore fra i due non nasce dal nulla per il solo fatto di essere scritto su un copione, ma si capisce che cosa attragga l’uno dell’altra. Certo, ci sono coincidenze ed elementi scontati, ma poco importa, sono declinati con leggerezza e brio, ed è un perfetto escapism romantico natalizio sullo scenario di una New York vestita a festa.

Lily (Midori Francis)  è una diciassettenne che adora il Natale. Quest’anno, i suoi genitori, che non glielo hanno detto ma dovranno trasferirsi per lavoro, vanno alle Fiji durante le feste; il nonno (James Saito), con cui solitamente trascorre gran parte del suo tempo, lascia la città per raggiungere una sua fiamma con cui vorrebbe potersi sposare; il fratello Langston (Troy Iwata) ha un ragazzo, Benny (Diego Guevara),  con cui trascorre romantiche giornate e serate; a lei rimangono solo gli amici adulti con cui va a cantare le Christmas carols in giro per la città. Si sente sola.

Dash (Austin Abrams) pure è un adolescente, e odia il Natale. I genitori, separati, pensano che sia uno a casa dell’altro; la sua ex Sofia (Keana Marie) si è trasferita altrove, ma torna giusto in tempo per rischiare di essere un ostacolo al suo futuro sentimentale, e il solo ad essergli vicino è l’amico Boomer (Dante Brown) che lavora in una pizzeria.

Langston dà a Lily un gran suggerimento: mettere un’agenda rossa accanto ai libri che preferisce, nella sezione dedicata a Salinger, nella sua libreria del cuore, con delle iscrizioni per chi lo troverà e delle “sfide”. E così lei fa. Il diario viene trovato da Dash. Loro imparano a conoscersi vicendevolmente proprio attraverso quelle pagine che si passano l’un l’altra con istruzioni varie.

In questo modo si confidano, ma riescono anche a spingersi ad essere delle versioni migliori si se stessi, imparando a lanciarsi in situazioni inusuali e a rilassarsi, e a essere più coraggiosi emozionalmente. Non ricordo a chi va attribuita la frase per cui bisognerebbe innamorarsi con gli occhi chiusi, ma qui è quello che avviene, in un certo senso, perché sebbene i protagonisti si incontrino anche in un paio di occasioni, senza saperlo, tutta la loro relazione si costruisce in absentia. Qui appunto non c’è il grande amore a prima vista o l’irresistibile attrazione, ma i personaggi si innamorano mostrandosi reciprocamente quello che pensano e provano, ammettendo le proprie paure e vulnerabilità. Nel loro essere separati, ma uniti, sono anche particolarmente adatti a questa situazione di pandemia.

Io non conosco la città a sufficienza da accorgermene da sola ma Meghan O’Keefe su Decider scrive: “La stessa New York City non si presenta come appare ai turisti delle festività natalizie, ma ai nativi. Certo, ci sono scatti del Macy's Santaland e del Rockefeller Center brulicanti di gente indaffarata, ma la maggior parte dell'azione si svolge in punti di riferimento locali come The Strand, Two Boots e la Morgan Library. L'intera serie è una celebrazione di come la città diventa luminosa nei periodi più bui dell'anno”. Le fa eco Judy Berman sul Time, che osserva come la serie vada ben oltre l’impegno a rappresentare accuratamente la geografia della Grande Mela, ma di come “si scambia la generica Manhattan da rom-com di carrozze trainate da cavalli per la New York estremamente specifica occupata da due adolescenti idiosincratici. C'è il noleggio di pizze e video al Two Boots nell'East Village, la torta al Four & Twenty Blackbirds di Gowanus, una gita al luogo di noleggio di costumi del Theatre Development Fund ad Astoria. Al posto delle Rockettes a Radio City, ci sono le decorazioni natalizie esagerate che adornano le case nel quartiere semisuburbano di Dyker Heights a Brooklyn. Anche se è probabile che la maggior parte di questi luoghi si trovino in qualsiasi guida turistica decente, il fatto di vederli raramente raffigurati in storie d'amore sul piccolo schermo conferisce a questa una vitalità unica”.

Ideata da JoeTracz (Una serie di sfortunati eventi)  e basata sulla serie di libri young adult “Dash and Lily’s Book of Dares” di David Levithan e Rachel Cohn (che ne ha anche scritto la 1.07), le otto puntate della prima stagione scivolano via in un’atmosfera briosa e festosa. E c’è una sensazione da favola – e alla scarpetta di Cenerentola si sostituisce uno stivale rosso . Dolce,  ma non sciropposo.

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