A quanto pare gli ascolti sono stati minori rispetto alle aspettative. Stranamente. Dimenticatevi comunque di Twilight, se volete un’umana e un vampiro innamorati che si fanno gli occhi dolci potete affondare i denti nel nuovo The Vampire Diaries (Italia1, mercoledì, prima serata) la nuova serie firmata da Kevin Willamson (Scream, Dawson’s Creek), basata sui libri dallo stesso titolo (Il diario del vampiro, in italiano) di L.J. Smith, editi in Italia dalla Newton Compton usciti prima, almeno in originale, della saga di Bella ed Edward. Elena Gilbert (Nina Dovrev) è un’adolescente che ha perso i genitori quando la loro auto è precitata giù da un ponte in un lago. Lei e il fratello Jeremy (Steven R. McQueen) vivono con una zia poco più grande di loro. Al liceo si iscrive un nuovo ipnotico giovane, Stefan Salvatore (Paul Wesley, di Sentieri che ha interpretato già un uomo lupo in Wolf Lake e un mezzo angelo in Fallen). Subito scocca la scintilla. In realtà, anche se si tiene a dieta di umani, Stefan è un vampiro ed Elena ricorda in modo impressionante la donna di cui lui era innamorato nell’Ottocento. A Mystic Falls, la cittadina dove sono ambientate le vicende (in realtà le riprese sono state fatte a Vancouver), arriva a creare scompiglio il fratello di lui, Damon (Ian Somerhalder, Lost, Tell me you love me) che si diverte a stuzzicare e provocare Jeremy. Come commenta Bonnie (Katerina Graham), l’amica sensitiva di Elena, dopo che una loro compagna è stata ritrovata mezza morta con nel collo sue grossi fori, è solo l’inizio. La mitologia dei vampiri non viene molto rivista: hanno lo sguardo ipnotico, non possono entrare in casa se non sono invitati, hanno un udito e olfatto acutissimi e occhi che si trasformano quando il loro lato non-morto prende il sopravvento. Si aggirano fra cimiteri, si trasformano in corvi, appaiono con profusione di nebbia. La sola novità, per così dire (ma si è già vista in Angel) è che possono sopravvivere anche alla luce del sole fintanto che indossano uno specifico anello. Il telefilm in onda negli USA sulla CW, rete che raccoglie un bacino di giovanissimi, non mira ad essere originale, ma una ha la mistica dei succiasangue e cavalca la moda del momento per raccontare un storia d’amore per ragazzi, che parlano con una maturità maggiore di quella che hanno, come vuole da sempre la firma di Kevin Wllimson, frasi piene di riferimenti alla cultura pop, storia fatta di sguardi sostenuti più a lungo del dovuto e lunghe pagine di riflessione sui rispettivi diari (ben inquadrati nel pilot). Siamo lontani da Buffy o da True Blood. Su Ol3Media, volendo, trovate un mio approfondimento sulla serie.
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