Se si supera la porta d’ingresso dell’infantile atroce canzoncina che fa da sigla iniziale vuole dire che l’intenzione di guardare “Cugino & Cugino” davvero c’è. Il proposito dell’ideatore e regista Vittorio Sindoni, in questa produzione di LMD Comunicazione e RaiFiction, è quella di ricreare le atmosfere della commedia di Neil Simon La strana coppia, portata sul grande schermo da Jack Lemmon e Walter Matthau, e riproposta in TV in altre incarnazioni. La base infatti c’è, ma la realizzazione mi è parsa troppo finta e forzata, troppo favolistica, per risultare credibile.
Giulio Scarpati, che pur bravo in alcuni momenti mi ha deluso nella recitazione, interpreta Filippo Raimondi, un educatore in un carcere – e cinque degli interpreti pare siano veri detenuti che avevano precedentemente partecipato a laboratori teatrali. È un vedovo – nelle fiction della Rai ci sono sempre molti vedovi e vedove, non sia mai che qualcuno sia separato o men che meno divorziato - con un bimbo delle elementari e professionalmente è un idealista, che vuole instaurare rapporti di fiducia rispetto e stima con i galeotti e insegna loro ad usare le parole al posto delle mani, scontrandosi con il direttore Galasso (Toni Garrani) e trovando l’approvazione del nuovo magistrato di sorveglianza, che crede nel modello “alla svedese” come lui, Monica Fontana (Euridice Evita Axen), che gli rapisce anche il cuore, pur essendoci interesse anche nei confronti di Eleonora (Nenny Mendez) la madre di un compagno del figlio. Nella sua vita piomba inaspettato il cugino Carmelo Mancuso (Nino Frassica) - cuoco esperto in cucina siciliana tradizionale e no che la vicina di casa vedova (!) accoglie sul pianerottolo con un matterello credendolo un malintenzionato – che finisce per restare e diventar parte della famiglia a tutti gli effetti.
C’è una certa leggerezza e ci sono momenti anche simpatici, ma toni da melodramma a tutti i costi e una scrittura spesso debole fanno scadere la serie. Non ritraggono la realtà per come è, ma per come vorrebbero che fosse, si sono giustificati. Io penso alla realtà del programma e a come vorrei che fosse: non così.
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