È stata una stagione abbastanza solida, ma la settima non è stata la migliore di House che si sia vista. L’impressione è che la serie regga bene il peso degli anni, ma che ormai quello che doveva dire lo abbia già detto. E alla season finale (7.23) è stato inevitabile domandarsi se la serie non abbia saltato lo squalo.
Questa tranche è cominciata in modo molto romantico, con House (Hugh Laurie) e la Cuddy (Lisa Edelstein) che finalmente si dichiarano l’amore reciproco e lo consumano anche fisicamente. Il momento in cui lei bacia la ferita sulla gamba di lui non ha potuto non riportarmi alla mente la coppia romantica per eccellenza degli anni ‘80, quella de Il tempo della nostra vita in cui Kayla toglie la benda dall’occhio di Patch. E abbiamo visto l’impossibile: House felice. La relazione è stata mantenuta realistica, con la difficoltà di entrambi di tenere separato lavoro e vita personale e ridefinire i confini della loro dinamica. Il diagnosta più famoso della TV non ne è uscito snaturato, ma è rimasto per il resto il misantropo a cui si vorrebbe tirare il collo di sempre.
Poi però li hanno fatti separare, in modo che ho trovato frettoloso e pretestuoso. Mantenete coppie felici sullo schermo, si sa, è sempre un’impresa titanica, ma non c’era vera ragione di separarli e la sensazione è che l’abbiano fatto più per tornare al solito vecchio schema che altro. Sarebbe stato più stimolante se fossero riusciti a far “crescere” House, mettendolo in una situazione per lui più scomoda. Lo sesso discorso vale per l’introduzione del personaggio di Martha Masters (Amber Tamblyn), geniale studentessa che non vuole mai mentire ai pazienti o infrangere le regole. Quando a fine dell’arco lo fa (7.19), decide che non fa per lei e di andarsene, quando una soluzione differente avrebbe potuto costituire occasione per costringere House fuori dalla sua “comfort zone”.
Fra parentesi, ho sorriso a vedere la Tamblyn (Joan of Arcadia) nel ruolo di una dottoressa – ma, concedetemi un’osservazione frivola, che brutto taglio di capelli che le hanno dato. Ha cominciato la carriera quando era bambina in General Hospital, nel ruolo di Emily Bowen Quartermaine. Nella storia sua madre è morta di cancro e lei è stata adottata da Alan e Monica Quartermaine, entrambi chirurghi. Lei stessa poi (anche se per allora il suo personaggio era interpretato da Natalia Livingston) è diventata un medico. Il suo ruolo in House perciò è oltremodo appropriato.
Tornando alla serie, nessun episodio spicca veramente questo giro. Non ce ne sono stati di veramente memorabili, ad esclusione della puntata con i vari “sogni” della Cuddy (7.15) e del sotto-finale in cui Gregory cerca di operarsi da solo (7.22) – entrambe puntate che rendono chiaro una volta di più che Hugh Laurie si merita l’Emmy –, ed entrambe comunque non forti abbastanza come altre in passato. E se Taub (Peter Jacobson) ha avuto un minimo di storia personale (con un bel colpo di scena finale in cui si scopre che ha messo incinta non una, ma ben due donne allo stesso tempo), e qualcosinaa si è fatto anche con “Tredici” Hudley (Olivia Wilde), terribilmente sottosfruttati sono stati invece Chase (Jesse Spencer) e Foreman (Omar Epps), pur avendo entrambi un passato che potrebbe essere una miniera di possibilità narrative, e soprattutto Wilson (Robert Sean Leonard), davvero sottovalutato.
Lisa Edelstein, che interpreta la dottoressa Lisa Cuddy, ha già annunciato che non tornerà per l’ottava stagione, ed entra nel cast di The Good Wife, una serie più vicina come spirito a quel The West Wing che la fatta notare in origine – ma presumibilmente questo non dovrebbe escluderle necessariamente la possibilità di apparire come guest star per chiudere eventuali fili narrativi nell’ottava stagione, che si preannuncia l’ultima.
per me lo squalo l'ha già saltato da un pezzo e se l'è pure magnato! :)
RispondiEliminaForse non hai tutti i torti. Con le serie più formulaiche si nota meno.
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