Non sono riuscita a trattenere un sorriso, in parte di apprezzamento, in parte di semi-imbarazzato divertimento, a vedere l’immagine sopra, nella prima puntata della seconda stagione di Pretty Little Liars, che è ripreso negli USA su ABC Family lo scorso 14 giugno. È il trucco più vecchio nel manuale delle soap: lui è mezzo nudo, e per nessuna vera ragione che non sia quello di essere un dolciume per gli occhi, e lei è vestita, e pure in maniche lunghe. Anche se Aria (Lucy Hale) non fa una piega nel vedere Ezra (Ian Harding) così, cosa normale, visto che è il suo ragazzo, ma non è stata esattamente la mia reazione, ammetto maliziosa.
Mi sono domandata se sia sessismo da parte mia godermi giocosamente un’immagine del genere: dopotutto se la situazione fosse speculare, con lei semi-svestita e lui vestito in maniche-lunghe, penso che protesterei per l’oggettificazione della donna, cosa che accade di continuo. Qui indubbiamente in corpo di Ian Harding è usato come puro oggetto. Perché allora non protesto e me lo godo come il fan service che è? Forse perché in fondo non conta che il corpo, maschile e femminile che sia, sia oggetto – in qualche caso lo è e va bene che lo sia – mi preme che in generale se viene fatto per un sesso venga fatto anche per l’altro, e mi preme che non sia solo quello. Lì dove ci sono rappresentazioni variegate, sta bene che ci sia anche quello.
Qui peraltro, proprio la mancata reazione di Aria nel vederlo così fa sì che l’oggettificazione sia puramente a nostro uso e consumo, e che per lei continui ad essere un soggetto, corpo seminudo o meno che sia.
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