È il
tour de force della camaleontica
Tatiana Maslany quello che spicca della serie canadese-americana Orphan Black, la seconda produzione
originale di BBC America dopo Copper.
Che non abbia ricevuto una nomination all’Emmy è scandaloso, come molti hanno giustamente
arguito prima di me: l’attrice dice di trasformarsi da un personaggio all’altro
con l’aiuto della musica, creandosi una playlist per ognuna delle diverse
identità. Mozza il fiato per come riesce davvero a farti credere di essere ogni
volta una persona diversa.
Sarah (la Maslany) è una
ragazza punk inglese che si trova a New York. Sul marciapiede della
metropolitana vede una donna gettarsi sotto il treno subito dopo averla vista
in faccia: con shock si accorge che è identica a lei. Bisognosa di soldi, ne
assume l’identità, diventando Beth, una poliziotta, che ha come partner il
detective Arthur “Art” Bell (Kevin Hanchard).
L’inizio intriga ma è a
carburazione lenta e la serie prende quota a poco a poco. Sarah è un’orfana ed è
stata cresciuta in una famiglia affidataria da Mrs S (Maria Doyle Kennedy)
insieme al fratello adottivo gay Felix (Jordan Gavaris), ha una bimba piccola,
Kira (Skyler Wexler), pure affidata a Mrs S, e quando la conosciamo ha una relazione
con uno spacciatore di droga, Vic (Michael Mando). Presto fa una scoperta:
giovani donne che le somigliano ce ne sono diverse, perché sono tutte cloni.
E così incontra prima Katja,
che viene presto uccisa. Insieme a Alison, una mamma e casalinga di periferia, e
Cosima, una biologa lesbica esperta di sviluppo evolutivo, e con loro forma un
club dei cloni. Insieme cercano di scoprire che cosa sono loro, chi sono i loro
“monitor”, persone addette a tenerle sotto osservazione – quello di Beth era il
suo ragazzo Paul (Dylan Bruce), poi diventato amante di Sarah -, per conto di
chi e perché. Una, Helena, è una sociopatica che si auto-mutila, a cui viene
fatto credere di essere l’originaria e che viene istruita per uccidere una dopo
l’altra tutte le altre. Alla fine della prima stagione i cloni conosciuti sono
10.
Ideata da Graeme Manson
e John Fawcett, è una serie che mischia thriller e fantascienza urbana – c’è ad
un certo punto un uomo con la coda! E ci
sono i “neoluzionisti”, “Proletiani”, il “pro-clone” Rachel… Il plot diventa
sempre più appassionate, e affronta i temi dell’eticità di certi esperimenti,
della evoluzione umana, del venire cresciuti dallo stato versus venire
cresciuti da un’autorità religiosa (Sarah è stata affidata lo Stato, Helena è
venuta su in un convento ucraino), dell’identità, della genetica vs l’ambiente…
Molto sinceramente ho
iniziato a vederlo non credendo che avrei proseguito, ma ora so che lo farò di
certo.
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