Tratto dall’omonimo
libro di Jessie Burton, The Miniaturist
(BBC1) - “Il Miniaturista”, per Bompiani -, è un adattamento di John Brownlow in
due puntate che regala circa due ore e mezza di televisione appassionante ed
elegante, molto curata nei dettagli e nello stile – scorci, arredamenti,
abiti...
Siamo ad Amsterdam, nella
seconda metà del XVII° secolo, nel 1686 per essere precisi. Una giovane donna,
Petronella “Nella” Oortman (una luminosa Anya Taylor-Joy), per salvare la
propria famiglia dai debiti, accetta di sposare il ricco mercante Johannes
Brandt (Alex Hassell). Arrivata nella casa di lui, viene accolta con freddezza
e sospetto dalla sorella non sposata di lui, Marin Brandt (Romola Garai), molto
devota e ascetica, e dai domestici Cornelia (Hayley Squires) e Otto (Paapa
Essiedu), un ex-schiavo. La ragazza riceve come regalo di nozze dal neo-marito
il modellino di una casa identica da quella in cui va a vivere, e dopo un primo
ordine, spesso senza farne richiesta riceve, da una miniaturista (Emily Berrington,
la Niska di Humans) che le cela la
propria identità, molti oggetti che sono sorprendentemente fedeli a quelli veri
e bamboline che rappresentano le persone della sua vita. Si sente come se
venisse spiata e come se qualcuno sapesse anche in anticipo tutti i segreti che
a poco a poco lei stessa viene a scoprire o gli eventi che stanno per accadere.
La narrazione è ricca di
suspense e di colpi di scena, tanto inaspettati quanto sensati e coerenti, e
riesce in un’impresa rara e quanto mai gradita - anche se forse avrebbe beneficiato
ai una costruzione un po’ più lenta: tutti i personaggi principali a mano a
mano che si conoscono si vogliono bene e cercano di proteggersi e rispettarsi a
vicenda. Nel corso delle vicende ci sono “i cattivi della situazione”, che in
parte lo sono perché intrappolati dai mores del’epoca, che per varie ragioni
precipitano gli eventi verso situazioni tragiche, ma la famiglia rimane unita e presente gli uni
agli altri fino alla fine. Ciascuno dei personaggi è tridimensionale e realistico,
anche in fondo il personaggio della miniaturista, per gran parte del tempo
permeato di mistero, anche quando con
lei si scopre una vena vagamente sovrannaturale. Un altro punto di forza della
storia è stato riuscire a trattare tematiche quanto mai attuali, pur in una
cornice d’epoca.
Con la regia di Guillem
Morales, è stata una miniserie decisamente appagante.
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