È suonata molto
metatestuale la finalissima di Blackish,
semplice e perfetta: quello che dicevano i personaggi è sembrato davvero in parte
anche quello che dicevano gli attori che li hanno interpretati.
La famiglia Johnson, dopo
otto stagioni e 173 puntate, che ho visto tutte, più qualche speciale, ha
salutato un po’ tutti i personaggi essenziali, compresa la vicina bianca
razzista Janine (Nicole Sullivan) in apertura e chiusura di series finale, negli Stati Uniti andata in onda lo scorso 19 aprile. Nonno Earl (Laurence
Fishburne) e nonna Ruby (Jenifer Lewis) si sono preparati a partire per un
lungo viaggio. Papà Dre (Anthony Anderson) ha lasciato il lavoro alla Stevens
& Lido e ha salutato il suo capo Stevens (Peter Mackenzie) e i colleghi storici
Josh (Jeff Meacham) e Charlie (Deon Cole). E tutta la famiglia, mamma Bow (Tracee
Ellis Ross) e i figli Junior (Marcus Scribner), Jack (Miles Brown), Diane (Marsai
Martin) e DeVante (August and Berlin Gross) si sono trasferiti in una nuova
casa in un quartiere nero. Per dare l’addio alla vecchia è tornata a casa anche
la figlia maggiore Zoey (Yara Shahidi), che è qualche stagione che oramai era
una presenza saltuaria. Hanno fatto un vero e proprio funerale al passato, con
tanto di banda finale e “second line”, alla maniera di New Orleans, con tutto
il cast che sorridente e danzante se ne va verso un nuovo futuro. E una coppia
ispanica nella loro vecchia casa…
Sono stati i momenti di Dre
e Bow da soli a osservare la casa vuota quelli più toccanti. Questa sit-com
ideata da Kenya Barris, su cui ho scritto solo occasionalmente in questo blog,
ma a cui ho dedicato anche un saggio in passato (qui),
è stata talvolta didascalica, ma penso che sia stato necessario ascoltare certi
predicozzi, o almeno io bianca penso che sia stato importante per me sentire
certe lezioni da bocche nere. Per imparare, per vedere le cose da un punto di
vista che troppo spesso passa in secondo piano. Non sempre ho condiviso, o è
stata mordace come avrebbe forse potuto, ma mi ha sempre divertita e mi ha
fatto sentire l’atmosfera di famiglia.
Chiudere è sempre difficile,
ma black-ish lo ha fatto fedele al
suo spirito fino alla fine.
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