domenica 2 aprile 2023

THE WHITE LOTUS: la seconda stagione, in Sicilia

Ci ha portato in Sicilia la seconda stagione di The White Lotus (HBO, Sky Atlantic), un meritato successo di pubblico e di critica per l’ideatore Mike White, anche sceneggiatore e regista, come e forse anche più della prima stagione, sottile e graffiante come non mai.

Come per il primo round, sappiamo dall’inizio che ci sarà un morto fra gli ospiti dell’albergo, portato a galla dalle acque del mare. In fondo poco importa però, durante la narrazione ce ne si dimentica anche, presi dal vedere la facciata dei protagonisti sgretolarsi dinanzi ai nostri occhi. Ancora una volta infatti, come dall’appropriata sigla si dimostra, l’apparenza perfetta e gioiosa nasconde un intimo ben più sordido e infelice.

Al White Lotus di Taormina, gestito con rigore dalla direttrice Valentina (Sabrina Impacciatore) arrivano come ospiti anche questo giro tre gruppi di persone. C’è Tanya (Jennifer Coolidge), il disperato personaggio già conosciuto nella prima stagione, ora sposata con Greg (Jon Gries), che aveva incontrato alle Hawaii e con cui la relazione comincia a scricchiolare. Incapace di stare da sola, molto needy, come si direbbe in inglese, sempre bisognosa di qualcosa o qualcuno, si è portata dietro una giovanissima assistente, Portia (Haley Lu Richardson), salvo poi ordinarle di starsene chiusa in camera per non essere vista da lei e dal marito, che non gradisce la sua presenza. Quando Greg si assenta, Tanya trova la compagnia di Quentin (Tom Hollander), un viveur inglese gay espatriato che vive in Sicilia che fa conoscere loro anche un giovane che presenta come suo “nipote”, Jack (Leo Woodall), che con i suoi modi avventurosi e sfacciati seduce Portia, che nel frattempo ha fatto amicizia con Albie Di Grasso (Adam DiMarco), un timido ragazzo appena laureato a Stanford, che perciò è geloso. Quest’ultimo è in viaggio con il padre Dominic (Michael Imperioli, I Soprano) e il nonno Bert (F. Murray Abraham): i tre sono venuti in Italia per riconnettersi alle proprie radici e vedere se riescono a contattare qualche vecchio parente. E se Bert ama flirtare con ogni gonnella che gli passa davanti, per Dominic il sesso è quasi una dipendenza, ha creato problemi con l’ex-moglie, che non ha voluto raggiungerli e non vuole nemmeno rivolgergli la parola, e si è assicurato prima di arrivare che ci fossero per lui a disposizione delle prostitute, Lucia (Simona Tabasco) e Mia (Beatrice Grannò), aspirante cantante, che si intrufolano nel White Lotus. In vacanza nella struttura ci sono anche due coppie sposate: Cameron Sullivan (Theo James, La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo), un manager di investimenti molto sicuro di sé, con la moglie Daphne (Meghann Fahy), una casalinga dedita alla bella vita, apparentemente una coppia felice sempre in cerca di effusioni l’uno dall’altra; ed Ethan Spiller (Will Sharpe), un imprenditore tecnologico arricchitosi di recente, vecchio compagno di scuola di Cameron, con la moglie Harper (Aubrey Plaza, Legion, Parks and Rec), una avvocata del lavoro che con il marito ha una relazione molto onesta, ma anche apparentemente più fredda.

Questa comedy amara-drama antologico satirico ha un bel senso del luogo e in questo caso ci porta oltre che a Taormina (l’hotel nella realtà è il San Domenico Hotel) anche a Palermo (la sigla di apertura mostra scene tratte dagli affreschi di Villa Tasca), a Noto, a Cefalù, e ci sono riprese fatte anche a Catania, e viste del mare e dell’Etna. La musica, fatta di molti classici italiani che raramente si sentono nelle produzioni straniere, ha dato un buon aiuto a creare delle atmosfere che ben rendessero le esperienze calate in una realtà esotica per i protagonisti.  

La scrittura ancora una volta ha saputo sovrapporre progressivamente numerosi strati riuscendo leggera e intensa contemporaneamente, aguzza, precisa, con un sottofondo inquietante. Ora come allora, le apparenze si sfaldano, la corruzione personale non riesce più a nascondersi. Sotto i riflettori c’è “l’influenza corrosiva del desiderio carnale”, come ha ben scritto Rotten Tomatoes, ma non di meno quello altrettanto velenoso e urticante del sospetto, della fiducia incrinata e dei sentimenti distruttivi e comportamenti manipolatori e auto-sabotanti che si porta dietro. La trama è calibrata al millimetro, e la recitazione la supporta a dovere e, se da un lato concordo con Linda Homes di NPR che in questa stagione manca la satira ai personaggi privilegiati, bianchi, privi di considerazione per gli altri ed entitled da parte del personale dell’hotel (anche se un po’ la vediamo ancora nel rapporto fra Tanya e Portia), e quindi manca quella doppia prospettiva di come gli ospiti vedono se stessi e di come chi deve servirli vede loro, da un altro lato in questo caso c’è comunque attenzione alla critica di classe  - con la consapevolezza che sesso e denaro siano forme di potere – e si compensa con una maggiore attenzione alla politica di genere, anche apertis verbis. Non è quindi una perdita di rotta, solo il concentrare il proprio focus su un aspetto differente. 

È attesa una terza stagione, che sarà ambientata in Tailandia.

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