venerdì 5 aprile 2024

TINY BEAUTIFUL THINGS: le piccole, grandi cose della vita

Basata sul libro “Piccole cose meravigliose” di Cheryl Strayed, Tiny Beautiful Things – Le piccole cose della vita, miniserie di Hulu disponibile in Italia su Star (Disney+) portata in TV da Liz Tigelaar, fa riferimento nel suo titolo a tutte quelle piccole cose belle che non credi di poter meritare perché ti senti uno schifo, ma che in realtà dovresti essere in grado di vedere. Ogni puntata ha una sceneggiatrice diversa ma, pur con situazioni più o meno convincenti, nel tono generale non si nota perché riesce ad essere ben uniforme: un coro che canta la stessa canzone.

Protagonista è Clare Pierce, sull’orlo dei 50, interpretata da Kathryn Hahn da adulta e da Sarah Pidgeon da giovane, entrambe molto convincenti nella parte, e credibili come una la versione adulta dell’altra. È una operatrice sanitaria in una casa di riposo che aveva ambizioni come scrittrice finite un po’ in disparte dai fatti della vita, che si ritrova a curare una rubrica di consigli firmandosi come Sugar. È sposata con Danny Kincade (Quentin Plair), con cui il rapporto è però in crisi, anche se fanno terapia di coppia cercando di riparare la situazione. In particolare lui l’ha sbattuta fuori di casa perché le rimprovera di aver dato al fratello Lucas (Nick Stahl da adulto e Owen Painter da giovane) dei soldi che avevano messo da parte per pagare l’università della loro figlia, per ora ancora adolescente, Frankie Rae (Tanzyn Crawford), che è particolarmente ostile alla madre, da cui si sente incompresa. Clare, nel dare i propri consigli sotto pseudonimo alla gente, esamina quello che accade nella propria vita, che sembra a rotoli o sul punto di esserlo, e torna con la memoria alla giovinezza, quando ha conosciuto l’attuale marito e in particolare al periodo in cui era ancora viva sua madre Frankie Pierce (Merritt Wever), precocemente morta di cancro quando lei aveva 22 anni e, almeno nei ricordi, era una specie di esempio di virtù e santità materna.

Il punto di forza della serie, che ho gradito ma non mi ha trascinata, è che mostra personaggi davvero umani, che si vogliono bene e nondimeno si feriscono, che sono anche un po’ persi, disordinati, alla deriva, spezzati. Quello che non me lo ha fatto apprezzare totalmente è che è sembrato troppo “impostato”, troppo “compito in classe” su questo argomento, un po’ troppo “ho imparato che…”. Come scrittrice la protagonista di interroga: “chi sono io? La figlia di mia madre, la madre di mia figlia, un brava scrittrice”; e nella mirabile “The Nose” (1.05, scritta da Des Moran), una tesina su “Il  Naso” di Gogol in forma di puntata televisiva  quella tesina che Clare non è riuscita a consegnare pur essendo il solo compito che le rimaneva per laurearsi, perché le è mancata la madre che, iscrittasi pure lei al corso con la figlia riceve invece una laurea pur essendo defunta, si riflette sul racconto come modo allegorico di narrare su che cosa accadrebbe se cose impossibili diventassero possibili. Si parla anche di sesso - anche se il buon senso ci fa domandare chi mai prenderebbe consigli da una donna che usa un vibratore di una marca tanto scadente che le si fulmina in mezzo alle gambe mentre lo usa, ferendola (1.06) e, sarò cinica, ma anche quanto credibile sia che una americana non faccia poi causa alla casa produttrice (in questo caso ragionevolmente).

Fra i riferimenti alla televisione che hanno fatto ho gradito quello a General Hospital, citato due volte (1.05) perché era evidente che chi scriveva conosceva la storyline di Monica Quartermaine che si era ammalata di cancro alla mammella e l’osservazione che il fratello fa a Clare, paragonandola a Carly nella soap: fa sorridere perché è molto “vita reale”.

Potente la chiusura di stagione, soprattutto in quelle scene in cui i personaggi discutono e si attaccano fra loro con un continuo passaggio fra attori adulti e attori giovani. Lo stratagemma stilistico rende più incisivo il valore di quello che si dicono nell’ottica del loro passato. Quello che vedono davanti ai propri occhi infatti non è solo la persona attuale, ma anche quella passata, rendendo la presente carica di tutto quello che c’è stato nel rapporto fra loro. Con il fatto che è avvenuto quando ormai per tutta la stagione li abbiamo visti, è scivolato in maniera naturale e pregnante.

Gli argomenti trattati, dall’amore alla morte, dal matrimonio ai rapporti genitori-figli, dal lutto alla rabbia al perdono, sono tutti tosti e non si finge che non sia così. Potenzialmente è uno strappalacrime, ma sono rari i momenti in cui davvero si frigna. 

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