Anche
con la sua terza stagione Bridgerton si conferma una gustosa
caramellina. Questa stagione mi ha convinta meno di altre rispetto alla coppia
che era sotto i riflettori, Colin Bridgerton (Luke Newton) e Penelope
Featherington (Nicola Coughlan), ma solo perché sono stati un po’ affrettati
nel far sì che lui si rendesse conto dei suoi veri sentimenti, diversamente
sono rimasta soddisfatta. E quante scene hot! Chi si sarebbe immaginato che una
serie così mainstream e “di buoni sentimenti” (non siamo Game of Thrones,
voglio dire) mostrasse scene a tre non con uno, ma ben due dei suoi leading
men? Una era proprio con Colin con delle prostitute, e francamente non l’ho
trovata particolarmente in linea con il personaggio, se non nella misura in cui
lo si voleva far vedere ora smaliziato uomo di mondo. Potevano trovare un altro
modo. L’altra era con Benedict (Will Tilston) e c’erano di mezzo i sentimenti e
una storia vera e propria e in quel caso non mi è affatto dispiaciuta, anche perché
per come era stato visto finora quel personaggio che non mostrasse attrazione
anche per gli uomini mi era parso poco credibile. Audace, per quello che siamo
abituati a vedere.
In
primis bisogna riconoscere a Shondaland, che produce la serie, di aver saputo
dimostrare con i fatti che non è poi così difficile realizzare la diversità sullo
schermo se proprio lo si vuole. Inclusività e varietà basta volerle. Quand’è
l’ultima volta che si sono visti tanti neri e bianchi insieme a pari merito?
Evviva. E si è fatto lo stesso con la forma corporea. Non si non può notare
l’ovvio. Parte del personaggio di Penelope è narrativamente condizionato dal
fatto che è grassa.
Quando
una giornalista ha commentato sul coraggio che la Coughlan ha avuto a mostrarsi
senza veli, lei brillantemente ha
risposto: "Sapete, è difficile, perché penso che le donne con il mio tipo
di corpo, le donne con un seno perfetto, non si vedono abbastanza sullo
schermo. Sono molto orgogliosa di far parte della comunità dei seni perfetti.
Spero che vi piaccia vederli". È stata una battuta intelligente che ha
creato ilarità, ma sappiamo ben tutti, anche perché in passato ha sempre
riferito il fatto che le facevano bodyshaming grassofobico, che vedere una
protagonista con la sua mole oggetto del desiderio romantico e sessuale
maschile, al pari di chiunque altra, non è qualcosa che si veda di frequente.
Ed è fantastico che ci sia.
La
prima scena di sesso fra Pen e Colin (3.05) è stata davvero magnifica. Hanno
mostrato lei nuda frontalmente dalla vita in su e lui totalmente nudo da
dietro. Sono stati spinti, ma hanno saputo calibrare alla perfezione anche il
consenso e il fatto che lei era vergine e “ingenua” – per tutte e tre le
sorelle Featherington è stato reso chiaro che non se ne intendessero molto su
quello che significasse andare fino in fondo, cosa giocata anche sull’ilarità,
quando al “sorellastre di Cenerentola” della situazione dovevano cercare di
rimanere incinte, ma era evidente che non mettessero in pratica attività
consone all’ottenimento del risultato. Quindi un applauso su questo fronte.
E poi,
per rimanere in tema di peso, la protagonista di questo arco non è mai stata
definita solo dal suo aspetto fisico e ridotta a quello e basta. Certo, nessuno
si aspettava attirasse un marito, ed è sempre stata la “carta da parati” dei
balli, ignorata e sottovalutata da tutti; anche per questo era potuta diventare la temuta
scrittrice Lady Whistledown, che fa tremare l’alta società con i suoi gossip
veritieri, e spesso impietosi. Penelope è sempre stata un personaggio a tutto
tondo: tenera, amabile, intelligente, arguta, osservatrice, attenta, generosa,
ma a tratti anche crudele. Attraverso il suo alter ego ha potuto prendersi
delle rivincite, ma in primis esprimere se stessa.
Inizialmente
il futuro sposo non gradiva questa sua attività, per il fatto di esserne stato
ferito in passato, ma anche per invidia, come ha ammesso in seguito. Messa alle
strette nello scegliere fra l’amore e la sua attività di scrittrice, che le
dava potere e indipendenza, non è stata pronta a rinunciare alla seconda per il
primo. Ha combattuto per mantenere questa parte della sua identità. Quando
Cressida (Jessica Madsen) per un momento (3.05), mentendo, confessa di essere
lei la temuta penna, Penelope se ne sente ragionevolmente usurpata. Alla fine, al
centro dei riflettori di una grande festa da ballo ammette la verità e se ne prende
oneri e onori (3.08).
Negli
ultimi anni vari articoli hanno esaminato come il gossip abbia avuto un ruolo
importante nelle relazioni sociali, per le donne in particolare, a cui non era
permesso molto altro, e come sia stato spesso vilipeso proprio perché associato
a loro, svilito a chiacchiera oziosa e demonizzato anche per il ruolo di solidarietà
fra loro che creava. Sempre più studi lo esaminano non necessariamente come
arma in negativo ma come strumento di potere sovversivo femminista.
In Bridgerton
si è ragionato con leggerezza sulla condizione della donna e sul fatto che poter
spettegolare significa poter avere una voce. In questa stagione si è parzialmente
riabilitata la figura negativa e macchiettistica della madre di Pen, Portia
Featherington (Polly Walker). Parlando con lei, la figlia si chiede che cosa ne
sia dei suoi sogni se rinuncia alla sua scrittura. L’amara replica è stata “le
donne non hanno sogni, hanno mariti”, con la conseguenza che una volta sposate
sono i sogni dei mariti a diventare i loro. Se ci si crogiola nella fantasia
della storia romantica e del vissero per sempre felici e contenti, non ci si
limita alla favola da romanzo rosa, ma si mostra anche la verità della
spietatezza del “mercato matrimoniale”, come viene chiamato senza mezzi
termini, dove il valore della donna è solo legato al suo essere “sposabile”,
nulla di meno romantico. Il personaggio di Cressida, che pure un po’ di
backstory ha reso più umano e tridimensionale, è pure visto in quella
prospettiva. Tanto zucchero e qualche pilloletta, insomma.
Come sempre ci sono stati costumi e scenografie da sogno, e ci si può lamentare di storyline secondarie e scene riempitivo occupate da altri personaggi che hanno tolto spazio alla coppia, a cui un po’ più di tempo insieme non sarebbe guastato, e ci si sarebbe avvantaggiati di qualche episodio in più, se si escludono le considerazioni dei costi di produzione, ma al di là di molte critiche condivisibili, motivi per celebrare questo period drama che tanto buzz suscita ce ne sono anche al di là del semplice godersela come scacciapensieri.
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