domenica 28 ottobre 2012

ELEMENTARY: un procedurale come se ne sono visti a bizzeffe

 
C’è un revival di Sherlock Holmes ultimamente – basti pensare al britannico Sherlock, ma volendo a The Metalist, che usa gli stessi “trucchi”, e in fondo anche al dottor House che è sempre stato considerato la versione medica di quel personaggio. L’ultima incarnazione del personaggio vero e proprio ideato da Arthur Conan Doyle è quella di Elementary (dell'americana CBS). Siamo nella New York contemporanea, Sherlock Holmes (Jonny Lee Miller) è l’eccentrico e un po’ squinternato consulente della polizia, a cui il padre a affiancato un ex-medico, la dottoressa Joan Watson (Lucy Liu) perché sia la sua “compagna di sobrietà”, dopo un periodo di abuso di sostanze.
 Si tratta di una serie procedurale come se ne sono viste a bizzeffe. Gli attori fanno un lavoro dignitoso, ma nessuno dei due convince davvero. I personaggi mancano di fascino, potrebbero cambiare nome e non si noterebbe la differenza.  Sherlock dovrebbe osservare e dedurre, ma così non sembra. Tutto è talmente veloce che è come se avesse già la risposta in tasca, cosa ben poco interessante da vedere. E Watson (per la prima volta una donna) è lì e fa da spalla perché le indagini vadano avanti, ma non è la vera molla che aiuta l’investigatore a fare chiarezza sui punti, cercando di metterne in scacco la logica. Manca intesa fra i due. La serie si lascia guardare, per carità, ma annoia anche.   

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