lunedì 3 dicembre 2012

JOURNEYMAN: un giornalista che viaggia nel tempo

 
In Journeyman (Italia2, ore 9.50) Dan Vassar (Kevin McKidd, che abbiamo visto nel ruolo del centurione Lucio Voreno in Roma e vediamo in quello del dottor Owen Hunt  in Grey’s Anatomy) è un giornalista di San Francisco che viaggia nel tempo. Senza preavviso viene colpito da forti mal di testa e si ritrova in un’epoca passata, senza saperlo sparendo dal presente per periodi di tempo a volte lunghi, a volte brevi. La moglie Katie (Gretchen Egolf) all’inizio non gli crede, poi è costretta ad arrendersi all’evidenza dei fatti e alle prove.
 
Questa è la premessa di un telefilm del 2007 ideato da Kevin Falls, per una serie che in realtà ricalca in modo evidente un libro che è stato un piccolo caso negli USA e che è arrivato anche in Italia (Mondadori), “La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo” di Audrey Niffenegger. Non risulta che il telefilm vi si sia in qualche modo ispirato – semmai di norma lo collegano a Quantum Leap - ma le vicinanze fra le due storie sono così forti che è impossibile non pensarci. L’aspetto di struttura più rilevante in cui si discosta è in realtà quello meno riuscito della serie: Dan, che non sa perché viaggia e che perciò cerca di fare dei test medici che possano chiarirgli la sua situazione, si ritrova ad influire nella vita di alcune persone, ogni volta diverse. E’ chiaro che il suo intervento è necessario perché il futuro vada in un certo modo. In questo elemento episodico ricorda  Early Edition - Ultime dal cielo ed è questo che toglie forza alla narrazione che potrebbe costruirsi diversamente in modo molto più intrigante.
 
Dan, nei suoi viaggi, rivede la donna di cui era innamorato e che è morta 9 anni prima, Livia (Moon Bloodgood), che pure è consapevole di questi scarti temporali. E vengono mostrate le difficoltà pratiche della sua condizione: non può guidare, fatica a rispettare le scadenze lavorative, sale su un aereo e poi non si trova più con allerta della sicurezza e difficoltose spiegazioni da dare successivamente. Aiuta, ma non sempre, avere un fratello poliziotto, Jack (Reed Diamond).
 
Tutto avviene sullo sfondo di una San Francisco brillante, mostrata in tutta la sua bellezza e attrattive come era tempo che non succedeva in una serie. Sembra quasi essa stessa un personaggio. Parte del piacere è notare come sono cambiate le cose nel tempo, la tecnologia, ad esempio. Anche se, è certo, errori ce ne sono. Rispetto alla città, giusto per fare un piccolissimo esempio, la linea F su Market Street, mostrata nel 1987, non è esistita in realtà fino al 1995. Solo 13 gli episodi.

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