Emily Owens, MD non tornerà dopo le 13 puntate previste. Meglio
così. Questa serie ideata da Jennie Snyder Urman, una sorta di Ally McBeal incontra Grey’s Anatomy, aveva anche qualche
pagliuzza dorata qui e lì, ma il più delle volte era di un’ingenuità
imbarazzante. A momenti ti dici che in fondo potresti anche seguirla, il
momento dopo c’è una scena che ti fa cadere le braccia. Quello che l’ha tenuta
a galla è stata ala recitazione di Mamie Gunner (Off
the Map), la Emily del titolo, che un po’ tutti si ritrovano a dire che
nonostante la pesante eredità della genitrice (è la figlia di Meryl Streep) è
una brava attrice di suo: suppongo sia lo scotto da pagare quando si è
imparentati con una simile leggenda.
La serie segue le
vicende di questa neodottoressa che arriva come interna per il suo primo anno
al Denver Memorial Hospital, ed è la classica eroina televisiva molto brava nel
suo lavoro, ma pessima quando si tratta delle propria vita personale, e la
premessa è che in fondo gli ospedali, e la vita, sono un po’ come il liceo: ci
sono i ragazzi popolari, gli sportivi, i clown, gli sfigati… ed Emily
appartiene a quest’ultima categoria. Deve lavorare accanto al fascinoso Will
Collins (Justin Hartley), per cui ha una cotta, che lui non corrisponde; fra le
corsie re-incontra la sua nemica delle scuole superiori, Cassandra Koperlson
(Aja Naomi King), che subito la punzecchia e con la quale ancora c’è cattivo
sangue; fa però presto amicizia con Tyra Dupre (Kelly McCreaty) che è figlia
del capo dell’ospedale, è lesbica, ma non vuole farlo sapere al padre; a
tenerla in riga c’è l’esigentissima dottoressa Bandari (Nectar Zadegan); può però
contare sull’ala protettrice del responsabile degli interni, il dottor Micah
Barnes (Michael Rady), che ha la madre molto malata.
L’idea che in fondo, non
importa quanto diventiamo adulti, non ci sentiamo mai veramente del tutto tali,
è anche abbastanza originale e con un fondo di verità, peccato che poi si
scivoli in situazioni risibili, tipo la protagonista che segue i consigli
sentimentali di una dodicenne sua paziente appena conosciuta. Tredici puntate
sono anche troppe.
per me è stata di troppo già solo la prima :)
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