Ha vinto Marco Mengoni questa edizione 2013 del
Festival di San Remo, anche selezionato per partecipare all’Eurovision Song
Contest, con la canzone “L’essenziale”. Gli altri due finalisti sono stati Elio
e le Storie Tese con “La canzone mononota” (secondi) e i Modà con “Se si
potesse non morire” (terzi), in un’annata che forse non ha regalato nessuna
canzone da annali (anche se solo il tempo lo dirà), ma che ha comunque
presentato brani di livello mediamente buono, scelte inizialmente fra due
alternative – novità oculata nel promuovere la canzone italiana e gli specifici
partecipanti. Nella categoria giovani si è imposto invece un altro ex-vincitore
di X-Factor (nella prima edizione, come parte del gruppo Aram Quartet), Antonio
Maggio con “Mi servirebbe sapere”.
Le serate sono state condotte con sobrietà e
linearità, con Luciana Littizzetto nel ruolo della discola un po’ sboccata e
Fazio in quello finto scandalizzato che deve cercare di imbrigliare e mettere
in riga, come è nella loro routine. Lei è fin troppo vogare senza che ve ne sia
vera necessità, ma è raro che si conceda un simile atteggiamento a una donna, e
nel suo ruolo da Gianburrasca ci sta anche. Il vibe generale alle fine, grazie al contemperamento di Fazio è stato
comunque ben educato. Non si è sentita aria di crisi: gli ospiti salvo qualche
eccezione (una notabile è stata Asaf Avidan) son stati più “made in Italy” del
solito, ma erano di un certo peso; la scenografia era forse meno elegante del
passato, specie nel proscenio, ma le colonne-video laterali e la magnifica
scala a gradini mobili erano una giusta miscela fra movimento, stabile
solennità e tecnologia; qualche momento ipotonico (la serata Sanremo-story ad
esempio) si è comunque lasciata guardare.
San Remo ha sempre
spezzato i momenti musicali con momenti di varietà, e la comicità e satira
hanno sempre avuto un ruolo di primo piano. Niente di strano perciò la
partecipazione di Crozza. Che si tocchi anche la politica è inevitabile, perché
è un argomento rilavante. In fondo di che si ha paura: che qualche battuta ben
riuscita faccia pensare? Non sia mai! È ignobile il trattamento
riservato a lui come professionista. Un pubblico ostile e irrispettoso è
veramente fra quanto di peggio un comico debba trovarsi ad affrontare, e vedere
che cercavano di impedirgli di cominciare il suo monologo, che poi di fatto è
stato medio (è capace di molto meglio), è stato veramente triste. In compenso
nessuno che subito prima si sia nemmeno degnato di fischiare a due insultanti
commenti sessisti di Felix Baumgartner invitato per primo. Tutti zitti. Forse
protestare quando queste cose accadono fa cadere la necessità di grossi
proclami in favore delle donne. Il monologo della Littizzetto nella giornata
della mobilitazione contro la violenza sulle donne il giorno di San Valentino è
comunque stato uno dei momenti caldi della manifestazione che ha avuto fra i
fili conduttori tematici quello del “non importa chi ami, l’importante è
amare”, emerso a più riprese.
È l'unica canzone in gara che da subito mi ha dato un brivido... Ottima interpretazione supportata da bella presenza scenica e da una raffinata eleganza!
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