Non rimpiango che
abbiano cancellato A to Z, ideata da
Ben Queen, dopo una sola stagione di 13 episodi.
Questa rom-com, narrata
in originale dalla voce di Katey Segal (Sons
of Anarchy), ha come protagonisti Andrew (Ben Feldman), una ragazzo che
lavora presso una agenzia di incontri sentimentali chiamata Wallflower, e Zelda
(Cristin Milioti), un’avvocatessa che lavora nell’edificio di fronte al suo,
tanto che se si telefonano possono guardarsi dalla finestra. In due si
innamorano e si frequentano, come si dice nella sigla, per 8 mesi, 3 settimane,
5 giorni e un’ora e il programma è la cronistoria della loro relazione, dalla A
alla Z, che peraltro sono anche le iniziali dei nomi dei protagonisti, se non
si fosse notato.
Ad affiancarli ci sono i
rispettivi migliori amici, Stu (Henry Zebrowski) e Stephie (Lenora Crichlow),
un tempo una coppia, ma ora ai ferri corti, ma con qualche occasionale residua
scintilla fra loro. Completa il cast la temibile Lydia (Christina Kirk) il capo
di lui, uno dei suoi personaggi più riusciti della serie, costantemente in
bilico fra il desiderio di essere temuta e (segretamente) benvoluta e
completamente impreparata nel gestire i suoi dipendenti, fra cui spicca la
coppia costituita da Lora (Hong Chau) e Dinesh (Parvesh Cheena), veri esperti
di computer sempre appiccicati l’uno all’altra.
La storia era
zuccherosa, ma non guastava, era partita
in modo delizioso, piena di romanticismo e lieve umorismo, ma l’entusiasmo si è
presto sgonfiato su entrambi i fronti, e nonostante l’occasionale guizzo – come
il riferimento al Bechdel Test
(1.08) - è sempre rimasta piuttosto piatta.
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