martedì 5 maggio 2015

A to Z: inizialmente deliziosa, poi piatta


Non rimpiango che abbiano cancellato A to Z, ideata da Ben Queen, dopo una sola stagione di 13 episodi.
 
Questa rom-com, narrata in originale dalla voce di Katey Segal (Sons of Anarchy), ha come protagonisti Andrew (Ben Feldman), una ragazzo che lavora presso una agenzia di incontri sentimentali chiamata Wallflower, e Zelda (Cristin Milioti), un’avvocatessa che lavora nell’edificio di fronte al suo, tanto che se si telefonano possono guardarsi dalla finestra. In due si innamorano e si frequentano, come si dice nella sigla, per 8 mesi, 3 settimane, 5 giorni e un’ora e il programma è la cronistoria della loro relazione, dalla A alla Z, che peraltro sono anche le iniziali dei nomi dei protagonisti, se non si fosse notato.
 
Ad affiancarli ci sono i rispettivi migliori amici, Stu (Henry Zebrowski) e Stephie (Lenora Crichlow), un tempo una coppia, ma ora ai ferri corti, ma con qualche occasionale residua scintilla fra loro. Completa il cast la temibile Lydia (Christina Kirk) il capo di lui, uno dei suoi personaggi più riusciti della serie, costantemente in bilico fra il desiderio di essere temuta e (segretamente) benvoluta e completamente impreparata nel gestire i suoi dipendenti, fra cui spicca la coppia costituita da Lora (Hong Chau) e Dinesh (Parvesh Cheena), veri esperti di computer sempre appiccicati l’uno all’altra.

La storia era zuccherosa, ma non guastava,  era partita in modo delizioso, piena di romanticismo e lieve umorismo, ma l’entusiasmo si è presto sgonfiato su entrambi i fronti, e nonostante l’occasionale guizzo – come il riferimento al Bechdel Test (1.08) - è sempre rimasta piuttosto piatta. 

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