Forse basta il
lunghissimo elenco di star che hanno deciso di partecipare al progetto ideato
da David Wain e Michael Showalter per Netflix che fa capire quanto riuscito sia
Wet Hot American Summer: First Day of
Camp: è come se ci fosse una raccolta firme che ne suggella la qualità. Non
c’è nulla, assolutamente nulla, che non sarebbero disposti a fare per strappare una risata, con quella
cosciente innocente noncuranza che ha fatto il successo di film come “Una
pallottola spuntata”.
La serie, in otto
puntate, è il prequel del cult Wet Hot
American Summer, commedia di scarso successo interpretata in gran parte
degli stessi attori ora invecchiati e in qualche caso diventati nel frattempo
famosi. Se si è disposti a sospendere l’incredulità di vedere un personaggio
morire e reincarnarsi in una lattina di verdure cotte (1.03) che parla
attraverso il coperchio di sopra che si alza e si abbassa, allora si ha lo
spirito adatto per godersi quest’esilarante storia che sa costruire una
autentica vicenda di avventura, azione, adolescenza e romanticismo, parodiando
tutti i tropi del genere e facendoli a brandelli con partecipata simpatia.
All’inizio è spiazzante vedere uomini e donne mature, per la gran parte
quarantenni se non di più, interpretare degli adolescenti, ma una volta che si
è percepito il tono assurdo e demenziale, ma allo stesso tempo dolce e
consapevole, si rimane deliziosamente trascinati anche se, come me, non si
fosse visto il film.
Siamo nel 1981 a Camp
Firewood, un campo estivo dove le vite dei giovani assistenti si mescolano alle
prime esperienze e le prime cotte e rivalità amorose di ragazzini che vi si
recano per trascorrere un’estate. Si vive una vita in un’estate, si formano
amicizie. Suzie (Amy Poehler) e il suo innamorato segretamente gay Ben (Bradley
Cooper) preparano con i ragazzi un
musical alla Dirty Dancing, Electro City, su un ragazzo che arriva a
New York per poi finire sulla sedia elettrica. A selezionare il cast li aiuta
una stella del teatro (John Slattery) e per i ruoli principali vengono scelti Andy
(Paul Rudd) e Katie (Marguerite Moreau) che si innamorano anche fuori dal set,
anche se questo manda su tutte le furie il ragazzo di lei, Blake (Josh Charles)
a che si trova nel campo rivale di Tiger Claw, frequentato dall’elite WASP. Coop
(Shawalter), innamorato di Donna (Lake Bell), se la vede soffiare
dall’israeliano Yiron (Wain). Victor (Ken Marino) vorrebbe perdere la sua
verginità, e lo stesso Neil (Joe LoTruglio). Lindsay (Elisabeth Banks), una
giornalista di un giornale rock, si intrufola nel gruppo per scrivere sotto
copertura il pezzo della vita su uno
scomparso musicista rock. Il capo del campo Beth (Janeane Garofalo) e
l’assistente capo dei ragazzi Greg (Jason Schwartzmann) vengono coinvolti in
una vicenda che ha a che vedere con rifiuti tossici e assassini, pirateria
informatica e tribunali, con tanto di coinvolgimento del presidente Reagan
(ancora Shawalter, in un doppio ruolo d’attore oltre che di ideatore).
Le vicende sono un
susseguirsi ed intrecciarsi di gag memorabili, curate nei dettagli e con
risonanza metatestuale. Nel cast anche Jon Hamm, Kristen Wiig, Christopher
Meloni, David Hyde Pierce, Molly Shannon e numerosi altri volti noti. Non è
solo una parodia, ma l’applicazione di una specifica sensibilità comica ad una collaudata
premessa narrativa. Una satira gustosa e nostalgica, da citare e rivedere.
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