martedì 2 maggio 2023

ABBOTT ELEMENTARY: per me bocciata

Con rammarico devo dire che, dopo aver seguito l’intera prima stagione, non condivido il grande entusiasmo che tutta la critica sembra aver riservato per Abbott Elementary (in Italia su Star di Disney+), sit-com pluripremiata. Forse mi sfugge quanto pregnante sia per la realtà che ritrae. È chiaro che è una lettera d’amore ai tanti insegnanti che con molta dedizione e spirito di sacrificio lavorano nella scuola primaria pubblica, evidenziando le difficoltà che incontrano, ma al di là del sentimento apprezzabile, i personaggi sono troppo bidimensionali e l’umorismo appena percepibile.

Siamo in una scuola pubblica di Philadelphia a maggioranza nera, la Willard R. Abbott Elementary School, dove una troupe (che non vediamo) sta registrando un documentario: come di prammatica, gli insegnanti spesso parlano come rivolti a una telecamera per spiegare alcune cose o vi rivolgono sguardi di commento. Le condizioni sono dure: sono pieni di lavoro, sottofinanziati, con una preside incompetente e vanesia che ha ottenuto il posto solo perché ha ricattato il responsabile che doveva scegliere chi assumere, a scapito di uno di loro che ora è lì supplente.

Janine (Quinta Brunson, che è anche ideatrice) è una maestra di seconda elementare di gran cuore e con molto ottimismo, che ci mette sempre tutta sé stessa per aiutare i propri studenti anche a rischio di strafare. Come modello, quasi una mamma sul posto di lavoro, ha Barbara Howard (una magnifica Sheryl Lee Ralph), un'insegnante d'asilo di grande esperienza, e la più rispettata. Pure entusiasta è Jacob (Chris Perfetti), mentre smaliziata e con contatti con la mala locale che usa a fin di bene è Melissa Schemmenti (Lisa Ann Walter). Come supplente arriva Gregory (Tyler James Williams) che ha una cotta per Janine e rimane sempre in imbarazzo per le sgradite avance e ammiccamenti di Ava (Janelle James), l'inetta, egocentrica e narcisa preside. Chiude il gruppo il bidello Mr. Johnson (William Stanford Davis).

Ha un che di sapore antico questa workplace comedy, come venivano confezionate una vota, e portandoci in una scuola elementare ci conduce in un ambiante che, in linea di massima, abbiamo frequentato un po’ tutti, anche se evidentemente non dalla parte degli insegnanti. Vuoi tifare per loro e per loro determinazione di fronte a costanti frustrazioni. Le storie sono quotidiane, ruotano intorno ad avere nuove attrezzature per i propri studenti, a coinvolgere il genitore assente, a motivare i bambini…e imparano loro stessi giorno per giorno che cosa funziona e che cosa no: racconta di vita vera, con gli sguardi in camera tipici dei mockumentary che coinvolgono lo spettatore nei propri sentimenti di imbarazzo o incredulità, vago disprezzo per quello che devono sopportare o in cerca d’intesa - Tyler James Williams è particolarmente esilarante in questo, per quanto tutti siano molto efficaci sotto questo aspetto. Gli attori hanno un ritmo ineccepibile e concordo in pieno con chi vi ha ritrovato il senso di comunità di Parks and Recreation. Sono reali e sono veri. Solo, non fanno ridere.

Ho letto varie recensioni per cercare di capire la magia di questa serie per cui tutti si sperticano in lodi e che evidentemente fa sganasciare tutti tranne me, che al massimo abbozzo qualche sorriso qui e lì. E pure tirato. Qualche occasionale battuta c’è anche, ma se la gran parte delle scene sono per me passabili, quelle con Ava sono addirittura inguardabili: ora che si può usare questo termine anche in italiano, posso dire cringy all’ennesima potenza.

Forse, come il personaggio di “Gifted Program” (1.06) loro sono solo troppo avanti e io non riesco a rendermi conto della loro genialità, ma per me bocciati. Per chi lo apprezza però c'è una seconda stagione e, visti i premi ricevuti, non dubito ce ne saranno anche a venire. 

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