Che Julianna Margulies fosse brava nessuno lo ha mai messo in dubbio. Per il ruolo che l’ha resa famosa, quello dell’infermiera Carol in ER, ha vinto un Emmy come miglior attrice non protagonista nel 1995 e negli anni successivi non le è mai mancata una nomination. Nella nuova serie di cui è protagonista però, The Good Wife (sabato, ore 21.50), supera se stessa. La sua performance ricca di nuance, sottile e molto controllata, che le è valsa il Golden Globe come miglior attrice nel 2010, toglie il fiato perfino a me che non sono mai stata una sua fan. Nel progetto che porta la firma di Robert and Michelle King è Alicia, una donna che decide riprendere il lavoro come avvocato dopo una lunga pausa in cui si è dedicata solamente alla famiglia – e questa non è la prima incursione nel mondo della fiction legale da parte dell’attrice, che ha già partecipato, solo pochi anni fa, a Canterbury’s Law. Decide di farlo dopo che uno scandalo fa finire in carcere suo marito Peter Florrick (Chris Noth, il Mr. Big di Sex and the City), in una storia che sembra strappata dalle prime pagine dei giornali americani di questi ultimi anni. Alicia, come associata in prova, segue i casi legali che le vengono affidati, diversi di puntata in puntata, e allo stesso tempo cerca di essere “la brava moglie” del titolo, ferita, ma vicina al suo uomo, madre che cerca di proteggere i figli, oltre che se stessa, dal fango e dalle insinuazioni che i media hanno rovesciato sulla sua vita. Cerca di farlo con misura e con dignità. Per qualche ragione, che ancora non colgo, la serie non riesce a conquistarmi del tutto – forse sono i casi, che non sono scontati, ma si risolvono all’ultimo con qualche escamotage, e di certo non sceglierei di riguardarli.
La costruzione e il cast di contorno sono comunque di prim’ordine. Christine Baranski (Cybill, Mamma Mia!) è Diane Lockhart, la socia dello studio legale che è il suo capo; Josh Charles (Sports Night) è Will Gardner, un altro socio; Matt Czuchry (Una mamma per amica) è Cary Agos, l’alta giovane leva che è il lizza per un posto di lavoro definitivo in rivalità con Alicia; Archie Panjabi (vincitrice dell’Emmy come miglior attrice non protagonista per questo ruolo nel 2010) è l’investigatrice privata di cui si avvale lo studio legale per le ricerche. La Margulies e Noth sono una coppia credibile, su ogni fronte; nessuno e buono o cattivo, ma tutti multidimensionali; la narrazione procede lenta e misurata, e si apprezza nell’arco anche più che nel singolo episodio.
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