giovedì 3 novembre 2011

CORTESIE PER GLI OSPITI: un piatto che si lascia mangiare


La formula di Cortesie per gli ospiti (Real Time, lunedì, ore 21.10), che ha cominciato la nuova, settima stagione lo scorso 12 settembre, è piuttosto semplice ed azzeccata: due concorrenti mostrano alle telecamere, che li giustappone in un montaggio alternato, tre oggetti che rappresentano loro, le loro vite e le loro passioni e poi annunciano il tema che hanno scelto per la serata in cui invitano a cena i tre giudici del programma e (cose che mi piace) il rivale.  Poi ci si concentra su un concorrente alla volta e lo si segue mentre fa la spesa, mentre cucina, mentre apparecchia. Arrivano i giudici, mangiano, si godono il momento conviviale  che viene ripreso e alternato da flash di commento diretti alla telecamera.
In chiusura Alessandro Borghese fa la propria valutazione in merito alle pietanza e alla loro presentazione, Roberto Ruspoli giudica come sono stati preparati tavola, tovaglia e stoviglie, Chiara Tonelli  offre la propria opinione sulla casa, l’ambientazione e l’accoglienza ricevuta in genere. Dalla somma dei voti che ciascuno di loro dà si ottiene un punteggio che permette di stabilire chi è il vincitore, ma ci può essere un pari merito. Seguono possibili consigli per il miglioramento.
La spesa di realizzazione di un programma del genere è sufficientemente ridotta e il potenziale di ripetizione pressoché inesauribile, il risultato anche però è un po’ fiacco e la ragione è duplice. I concorrenti talvolta sembra che partecipino più per mettersi in mostra che per passione, e i giudici sono un po’ troppo caserecci in come si atteggiano. I giudizi sono anche sensati e curati, ma è proprio nella maniera di porgersi che sembrano un po’ troppo “svaccati”, un po’ troppo “ci facciamo una cena gratis cavandone una puntata”. Insomma, lo show è un piatto che si lascia mangiare, ma che non offrirei agli ospiti.

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