Descritta come un miscuglio di Lost, MacGyver, Cast Away e I pirati dei Caraibi, Crusoe, la serie del 2008 della NBC disponibile su Amazon in DVD, ispirata al classico della letteratura di Daniel Defoe, sembrava molto attraente. Forse i bambini o i preadolescenti potranno trovare pane per i loro denti in un telefilm di avventura e azione, condito di umorismo, dove l’isola dove è naufragato lo sventurato Robinson sembra più un parco giochi di mille astruse “attrazioni” di ingegneria che altro. Alla fine è anche ben poco deserta, infatti arrivano pittoreschi pirati, lì dove vive forzatamente il protagonista (Philip Winchester) in compagnia del giovane “selvaggio” (che comunque conosce ben 12 lingue) Venerdì (Tingasi Chirisa), - nella realtà le scene sono girate fra Gran Bretagna e Sud Africa. Questi pirati, uno dei quali ha una mappa marchiata sulla schiena, catturano Robinson con il proposito di farsi aiutare, nonostante lui abbia preparato per precauzione sulla sua strada un’infinità di trappole.
Chi cercasse nella serie ideata da Stephen Gallagher le ambizioni allegoriche del libro vuole troppo. La sceneggiatura nel resto del tempo ricostruisce con dei flashback il passato del nostro naufrago, zigzagando nel tempo con mal riuscito sentimentalismo. Rimane orfano di madre da piccolo e nel vedere il padre che ne riconosce il corpo in un obitorio ante litteram si sente una voce di adulto commentare che non si sa che cosa sia più duro per un bambino, se vedere la madre morta o il padre che piange. Io un’idea su che cosa sia più difficile ce l’avrei. Siamo a questi livelli. E molte alzate si sopracciglia ha causato nella critica il fatto che Robinson non faccia una piega nel vedere una donna, dopo molto tempo dall’incidente che lo ha tenuto distante dalla moglie Susannah (Anna Walton), per cui si strugge ancora. Nella serie vedo i punti di riferimento e di ispirazione anticipati, peccato che non sia stati messi a buon uso. Risibile, a prenderlo sul serio.
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