Ero incerta se American Horror Story mi avrebbe conquistata al di là del convincente inizio. Sono rimasta tiepida per tutta la prima metà della prima stagione, poi nella seconda metà mi ha proprio trascinata, con un colpo di scena in particolare, nell’episodio scritto da James Wong “Smoldering Children – Giù la maschera” (1.10), per me davvero inatteso: non rivelo nulla in proposito per non dare spoiler a chi non l’avesse visto. Non ho trovato nulla nella serie che facesse paura, ma questa è un’altra questione. Tema portante della prima stagione, per esplicita ammissione del co-ideatore Ryan Murphy (nella foto), erano gli orrori che ci sono nel matrimonio in seguito alle infedeltà, e questo era una colonna portante evidente.
La seconda stagione, da quanto si sa già dalla fine dello scorso anno, non avrà la stessa ambientazione e gli stessi protagonisti o lo stesso tema. Quello che abbiamo visto nella finale è stata la fine della casa degli Harmon e nella seconda stagione dello show ci saranno una casa o un edificio nuovi di zecca, aveva dichiarato all’Hollywood Reporter, aggiungendo che ogni stagione del programma avrebbe avuto un inizio, un mezzo e una fine: “È un’idea divertente fare un programma antologico. Questo è stato il progetto dello show dall’inizio; è un modo davvero forte e interessante di narrare un storia dell’orrore: in ogni stagione c’è ciò che costituisce un orrore americano”.
L’autore poi in questi giorni, in occasione del PaleyFest 2012, ha rivelato che ci si sposterà da Los Angeles alla costa Est degli USA, ha confermato la presenza di molti degli attori del cast originario, in particolare Jessica Lange e Zachary Quinto, ma anche Evan Peters, Sarah Paulson e Lily Rabe, solo che interpreteranno personaggi diversi (se non addirittura opposti) da quelli in cui li abbiamo visti nella prima stagione, e ha strizzato l’occhiolino ai fan dicendo che il segreto che riguarda la prossima stagione si può trovare nella penultima puntata della prima stagione, “Birth - Nascita” (1.11). In quell’episodio a Violet viene spiegato che la casa ha una sorta di presa paramagnetica di energia negativa che si nutre dei traumi delle persone e le attira verso di sé. Murphy dice che questo genere di presa paramagnetica si può trovare in luoghi come le prigioni o i manicomi e questo dovrebbe essere l’indizio più forte sul tipo di “istituto dell’orrore” che sarà al centro delle vicende.
Oggi poi, sempre sull’Hollywood Reporter, ha ulteriormente rivelato: “Sento che l’elemento sovrannaturale sarà sempre una parte del programma, ma non penso che ne siamo interessati allo stesso modo. Stiamo cercando di fare qualcosa di molto più storicamente accurato”. E la sola regola che si sono ripromessi di seguire è quella di non avere né vampiri né lupi mannari, ma a parte quello, ci sono tanti sottogeneri horror da esplorare: “Mi sono piaciuti molto i fantasmi… ma la parte divertente del programma, il dono del programma, è reinventarsi ogni anno. Perciò non credo che torneremo su un tropo che abbiamo già fatto”.
Altro cambiamento per la serie, la cui seconda stagione dovrebbe debuttare ad ottobre, sarà la sigla, che era ispirata al thriller del 1995 di David Fincher Se7en: sarà modificata e offrirà qualche indizio su ciò che ci aspetta.
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