Hanno la revisione della sceneggiatura di Andrea Camilleri i copioni de “Il Giovane Montalbano”, oltre a basarsi sui suoi racconti: sarà anche per quello, ma mi è sembrata azzeccata e fedele al personaggio come abbiamo imparato a conoscerlo interpretato da Luca Zingharetti l’interpretazione da “picciotto” che ne fa ora Michele Riondino, al di là della macroscopica differenza che tutti notano: il commissario più amato d’Italia ha ancora tutti i capelli, e che chioma ricciuta.
La prima delle sei puntate trasmesse da Rai1 (giovedì, prima serata) si è aperta con Salvo ancora in servizio nel paesino di Mascalippa, prima del trasferimento a Vigata. La squadra che lo circonda è per ora appena abbozzata, ma già si è fatto notare l’agente Catarella (l’attore Fabrizio Pizzuto), affidato al centralino.
Narrativamente c’è un piccolo spazio anche per la vita personale di Montalbano, l’amore con Mery (Katia Greco) prima e Livia (Sarah Felberbaum) poi, e il difficile rapporto con il padre, che rimarrà un personaggio privo di nome (a interpretarlo è Adriano Chiaramida).
Stilisticamente è più calcato il siciliano, cosa che colora positivamente la serie, senza appesantirla, e si mantiene il ritmo impossibilmente lento, quasi soporifero, che rispecchia bene la Sicilia, e che ti sembra non portare da nessuna parte, non avere vera scrittura dietro, ma che poi ti accorgi di dove vuole andare, della cultura locale che traspare e noti le sfumature del non detto, del mezzo-detto e del sottointeso che il personaggio naviga a suo favore così bene, fra un piatto di pesce e l’altro (i dialoghi ci prendono gusto ad enunciarti i menù del ristorante come se ci dovessi andare sul serio). Per appassionati.
non ho mai visto il vecchio montalbano, mi sa che non inizierò nemmeno con questo nuovo... :)
RispondiEliminaIo ne ho viste solo poche puntate. Non è troppo il mio genere, ma penso che ci sia del buono.
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