Il canale PBS, qualche
giorno fa, in un video che trovate qui sotto, e che riporto grosso modo nel
contenuto di questo post – non è una traduzione parola per parola, ma il grosso
c’è -, si è domandato: i brony stanno cambiando il concetto di
mascolinità? O i bronies, se
preferite fare il plurale all’inglese e non tenere la parola al singolare come
la nostra lingua vorrebbe per le parole straniere.
Chi è un brony? Come spiega il video, nel 2010, è
stata riproposta una nuova versione del cartone animato My Little Pony - Vola
mio mini Pony che nella nuova versione ha preso il sottotolo “Friendship
is magic” ovvero “l’amicizia è magica”. È diventato un grande
successo fra tutti i bambini, ma poi è accaduto qualcosa di inaspettato: a
diventare grandissimi fan del programma sono stati uomini adulti. Questi uomini
amanti dei pony - “Bros” più “Ponies” uguale Bronies - sono diventati un vero fenomeno e la loro
comunità, specie online, continua a crescere.
E così ci si è posti il
quesito: perché mai uomini adulti dovrebbero voler vedere un programma di pony
magici che parlano e che insegnano il valore dell’amicizia? La risposta è semplice:
è un gran programma e i bronies
vogliono celebrare, sul serio, non in modo ironico, i temi, i personaggi e le
idee del cartone, e lo fanno attraverso le più svariate e numerose attività da
fan.
Si tratta di un
programma per bambine piccole però e questo ha portato ad interrogarsi in
proposito. Alcuni
si sono chiesti se questi fan siano “deviati sessuali” o stupidi o qualcosa di
simile, come qualcuno li percepisce, ma non lo sono. Gli studi sul fenomeno mostrano che si tratta
prevalentemente di ventenni eterosessuali che amano l’idea di fondo della
natura magica dell’amicizia e i temi principali di amore e tolleranza.
Eppure da molti i bronies sono odiati. Molto probabilmente
questo avviene perché costituiscono una sfida alla mascolinità. Il filosofo John
Stuart Mills diceva che tendiamo ad accettare ciò che è usuale come normale e i
bronies costituiscono una sfida a ciò
che è considerato normale come contenuto
di programmi per uomini. Ciò che è per maschi e per femmine sembra permanente,
ma non lo è. Fino agli anni ’20 ad esempio, il rosa era considerato un colore
mascolino, adatto ai bambini. La femminista Julia Butler sostiene che ci
facciamo idee su femminilità e mascolinità sulla base della esibizione
(performance) del gender. I bronies
sono uomini che esibiscono quello che si considera un passatempo strettamente
femminile. E questo dispiace a qualcuno, o per lo meno lo lascia confuso e
spiazzato. Non c’è niente di strano, basti pensare alle donne che portano i
pantaloni o agli uomini che stanno a casa. All’inizio erano visti con sospetto,
poiché si comportavano in maniera diversa rispetto alle loro aspettative di
gender, ma poi sono diventati qualcosa di normale.
Anais Nin dice che è
funzione dell’arte quella di rinnovare le nostre percezioni. I bronies si pongono come una sfida a
quella che è la nostra percezione su quali preferenze sono accettabili negli uomini e quali programmi
dobbiamo considerare “per ragazzine”. Se ci sono tanti uomini adulti quante
sono le ragazzine che amano My Little Pony,
questo forse non significa che il programma è tanto maschile quanto femminile?
I pony piacciono anche a me, essendo femmina.
RispondiEliminaPiacciono anche a me essendo maschio. è Incredibile comunque come questo cartone abbia cambiato il mondo.
RispondiEliminaSì, incredibile. :)
RispondiEliminasi ma questo discorso funziona solo per gli USA. solo nel loro paese c'è una mentalità che tende a schematizzare così tanto la società in ogni aspetto. qui se uno vuole guardarsi my little pony se lo guarda e basta
RispondiEliminaNon so se sia così, ma se qui uno se li può guardare senza problemi, meglio così.
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