martedì 12 giugno 2012

I BRONY stanno cambiando la definizione di mascolinità?



Il canale PBS, qualche giorno fa, in un video che trovate qui sotto, e che riporto grosso modo nel contenuto di questo post – non è una traduzione parola per parola, ma il grosso c’è -,  si è domandato: i brony stanno cambiando il concetto di mascolinità? O i bronies, se preferite fare il plurale all’inglese e non tenere la parola al singolare come la nostra lingua vorrebbe per le parole straniere.
Chi è un brony? Come spiega il video, nel 2010, è stata riproposta una nuova versione del cartone animato My Little Pony - Vola mio mini Pony che nella nuova versione ha preso il sottotolo “Friendship is magic” ovvero “l’amicizia è magica”. È diventato un grande successo fra tutti i bambini, ma poi è accaduto qualcosa di inaspettato: a diventare grandissimi fan del programma sono stati uomini adulti. Questi uomini amanti dei pony  -  “Bros” più “Ponies” uguale Bronies -  sono diventati un vero fenomeno e la loro comunità, specie online, continua a crescere.
E così ci si è posti il quesito: perché mai uomini adulti dovrebbero voler vedere un programma di pony magici che parlano e che insegnano il valore dell’amicizia? La risposta è semplice: è un gran programma e i bronies vogliono celebrare, sul serio, non in modo ironico, i temi, i personaggi e le idee del cartone, e lo fanno attraverso le più svariate e numerose attività da fan.
Si tratta di un programma per bambine piccole però e questo ha portato ad interrogarsi in proposito. Alcuni si sono chiesti se questi fan siano “deviati sessuali” o stupidi o qualcosa di simile, come qualcuno li percepisce, ma non lo sono. Gli studi sul fenomeno mostrano che si tratta prevalentemente di ventenni eterosessuali che amano l’idea di fondo della natura magica dell’amicizia e i temi principali di amore e tolleranza.
Eppure da molti i bronies sono odiati. Molto probabilmente questo avviene perché costituiscono una sfida alla mascolinità. Il filosofo John Stuart Mills diceva che tendiamo ad accettare ciò che è usuale come normale e i bronies costituiscono una sfida a ciò che  è considerato normale come contenuto di programmi per uomini. Ciò che è per maschi e per femmine sembra permanente, ma non lo è. Fino agli anni ’20 ad esempio, il rosa era considerato un colore mascolino, adatto ai bambini. La femminista Julia Butler sostiene che ci facciamo idee su femminilità e mascolinità sulla base della esibizione (performance) del gender. I bronies sono uomini che esibiscono quello che si considera un passatempo strettamente femminile. E questo dispiace a qualcuno, o per lo meno lo lascia confuso e spiazzato. Non c’è niente di strano, basti pensare alle donne che portano i pantaloni o agli uomini che stanno a casa. All’inizio erano visti con sospetto, poiché si comportavano in maniera diversa rispetto alle loro aspettative di gender, ma poi sono diventati qualcosa di normale.
Anais Nin dice che è funzione dell’arte quella di rinnovare le nostre percezioni. I bronies si pongono come una sfida a quella che è la nostra percezione su quali preferenze sono  accettabili negli uomini e quali programmi dobbiamo considerare “per ragazzine”. Se ci sono tanti uomini adulti quante sono le ragazzine che amano My Little Pony, questo forse non significa che il programma è tanto maschile quanto femminile? 

5 commenti:

  1. I pony piacciono anche a me, essendo femmina.

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  2. Piacciono anche a me essendo maschio. è Incredibile comunque come questo cartone abbia cambiato il mondo.

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  3. si ma questo discorso funziona solo per gli USA. solo nel loro paese c'è una mentalità che tende a schematizzare così tanto la società in ogni aspetto. qui se uno vuole guardarsi my little pony se lo guarda e basta

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    1. Non so se sia così, ma se qui uno se li può guardare senza problemi, meglio così.

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