Stracult si è rinnovato, andando
“A casa di Marco Giusti” (lunedì, ore 23.40), ricostruita al Teatro delle
Vittorie a Roma. Si parla di cinema, con Giusti appunto, vero esperto del
settore, e il simpatico Paolo Ruffini come conduttore ufficiale. Punteggia le
nottate dicendo che non stanno facendo una trasmissione televisiva o che ne
stanno facendo una incosciente. È ironico, ma per quel
che mi riguarda potrebbe anche non esserlo.
Forse
non mi piace il grande schermo a sufficienza da apprezzare chicche di film di
serie zeta. Forse non capisco questo genere di chiacchierate apparentemente
casuali e annoiate senza capo né coda, al limite del gossip, in cui non si dice
nemmeno di che cosa si parla, ma si dà per scontato che segui già i fili dei
loro discorsi, e non fai grande sforzo per far emergere dei concetti, se
galleggiano in superficie è quasi per caso. Forse non mi sento italiana a
sufficienza da gradire di sentirmi dire quanto meglio noi del Bel Paese saremmo
stati in grado di realizzare progetti di altri. I “filmatini ganzi” per me la
metà delle volte sono spazzatura, o al massimo curiosità antropologica che
occasionalmente può anche incuriosire, ma che di certo non vale la pena di
essere segnalata.
L’intellectual-trash
non fa per me. Mi sembra di pronunciare un’eresia, ma forse questo spazio è
così cult, o meglio così stracult, che è solo per intenditori. Di certo non è
per me.
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