mercoledì 9 gennaio 2013

EVERWOOD: le repliche su Italia1


È stato avvicinato tanto a Twin Peaks, quanto a La famiglia Brock e a Un medico tra gli orsi: magari per lui! Purtroppo Everwood, saccente e grassamente irritante, non ha nulla del mistero del primo, né della profondità e delle stravaganze del secondo, né della brillante eccentricità del terzo. Potrà condividere con quest’ultimo la gelida ambientazione, lì l’Alaska, qui un paesino del Colorado, “Everwood” (in replica dall’inizio su Italia1, ore 8.45) ma le somiglianze finiscono lì. Non bastano premesse simili e una serie di personaggi bizzarri a dare spessore ad un telefilm.

Greg Berlanti (Brothers and Sisters, Political Animals), che è la forza creativa dietro la serie, scriveva per Dawson’s Creek nel periodo dopo Williamson prima di ideare questo telefilm. Ha fatto tutt’altro che una buona impressione. Ero pronta a dargli il beneficio del dubbio, perché dopotutto allora scriveva una serie non sua. Non se lo meritava. Everwood è il caramelloso che nausea perché mal cotto.
La storia vede un neurochirurgo famosissimo (interpretato da Treat Williams) rimanere vedovo all’improvviso e decidere di trasferirsi di sana pianta in un paesino di montagna che la moglie gli ha sempre decantato. Con sé porta i suoi due figli: Ephram (Gregory Smith), un ragazzo adolescente, con cui ha un rapporto difficile (una delle storie a cui do effettivamente un credito), e una ragazzina più giovane. Si devono adattare tutti alla nuova realtà e agli abitanti di Everwood. Il protagonista decide di lavorare solo per la gloria e apre una clinica gratuita proprio davanti a quello che è, in pratica, l’unico medico in città. E si sorprende se a questi non va a genio! Se poi sento un altro personaggio di un telefilm che parla con un familiare defunto, urlo. In questo caso naturalmente è la “visione” della moglie che “intrattiene” il dottore. Molto Providence, in una versione sbiadita. Anche la storia di Ephram con una ragazza, che si interessa a lui perché ha il fidanzato in coma e vuole per questi il parere medico del padre, sa di scontato.

Questa è stata la mia reazione all’inizio, ma un pilot è pur sempre un pilot, per cui margini di miglioramento sono enormi e ci sono effettivamente stati. Molti hanno lodato quello che hanno visto come un nuovo Settimo cielo, capace anche di storie originali. L’atmosfera quasi fatata di bianco e di neve c’è. E’ la compagnia quella che delude, ma magari sono io che non l’ho capito e dovrei darci una seconda possibilità.  

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