È
diventata più esplicitamente una soap opera Nashville,
nella sua seconda stagione, che ha potuto vantare come guest star niente meno che Michelle Obama (2.21) in un tributo ai
militari.
Ci sono stati picchi
decisamente bassi, come la finta gravidanza di Peggy (Kimberly
Williams-Paisley), o la dipendenza da pillole di Scarlett O’Connor (Clare
Bowen), veri classici visti ad nauseam
nelle soap del daytime, a cui Nashville
non ha saputo aggiungere nulla di nulla. Comunque è rimasta godibile è ha anche
costruito bene alcune sue storie.
Quella di omofobia e
odio per se stesso di Will Lexington (Chris Cormack), ad esempio, è stata
sviluppata in modo molto efficace. Già nella prima stagione c’è stato un
momento in cui era evidente che Will era attratto da Gunnar (Sam Palladio). Allora
avevo pensato che se fosse andata in onda su un altro canale l’avrebbero
sicuramente svolta come un’attrazione sessuale, e che invece qui non sarebbe
accaduto: e invece è successo. Dopo che Gunnar ha respinto le avances di Will,
rimanendo per lui sempre e solo un buon amico, abbiamo visto la neostar del
country combattere contro la sua attrazione per persone del suo stesso sesso e
negare il proprio orientamento. Il suo tentato suicidio dopo una notte d’amore con
un uomo che da tempo desiderava (2.10) è stato perciò sia un forte di colpo di
scena che completamente coerente. I segnali c’erano tutti (progressiva
alienazione, incapacità di accettarsi, sfasamento fra percepita necessità di
un’immagine pubblica e desideri privati, omofobia per mascherare omosessualità,
la pressione del business ad essere un cowboy-macho), ma l’apparenza era quella
di un cantante che comincia ora una promettente carriera. Nashville ha fatto un
buon lavoro perché non ci ha fatto su una megastoria, ma ha mostrato i piccoli
dettagli che non si vedono, che si sono accumulati nel tempo per poi esplodere
a metà stagione. Ha continuato in modo più esplicito della seconda metà (con la
pressione su Will da parte di chi sembra saperlo, con un matrimonio di
copertura), per poi detonare in una confessione a fine stagione.
I risvolti di quella
ammissione, che lui non sa, ma è stata fatta davanti alle telecamere, li
vedremo nella terza stagione, che debutta negli USA oggi, il 24 settembre. Il cliffhanger è stato forse prevedibile,
ma non meno gustoso. E ha toccato uno dei temi forti di questa stagione, quello
dell’impatto dei nuovi media sulla vita delle celebrità (i reality, ma anche i
social media), visto in corso di via anche nella prospettiva del ruolo che può
avere nella vita dei ragazzi. Entra nell’equazione dell’educazione dei figli.
Molte delle vicende hanno esaminato il rapporto fra genitori e figli, specie
ora che Maddie (Lennon Stella) spingeva per stare più col padre biologico, e
Rayna (Connie Britton) ha dovuto gestire i rapporti con i tre uomini che
gravitano intorno a lei: Deacon (Charles Easten), Teddy (Eric Close) e Luke
(Will Chase).
Calibratissima e
d’impatto è stata anche la dichiarazione d’amore interrotta di Juliette (Hayden
Panettiere) ad Avery (Jonathan Jackson): lui apre la porta, lei comincia con
foga il suo discorso, ma esce Scarlett con cui Avery ha appena fatto l’amore e
Juliette si ferma, chiude in fretta il suo discorso e scappa via, ma Avery
capisce. I tempi sono stati impeccabili e la recitazione superba. Ho detto
molte volte che Jonathan Jackson è uno dei miei attori preferiti in assoluto e
qui la sua reazione dimostra il perché. Lo stesso ho pensato quando ha recitato una scena apparentemente così banale
come alzarsi dal divano ubriaco, dopo che Avery e Juliette hanno rotto la loro
relazione in seguito all’ennesimo comportamento autodistruttivo di lei. Non
solo Jonathan Jackson è stato convincente, ma decisamente originale, in una
condizione in cui più o meno tutti fanno le stesse cose.
È
servito il fatto che entrambi gli attori di questa coppia abbiano fatto molta
gavetta nelle soap opera (lei in Sentieri,
lui in General Hospital), da quando
erano alle elementari, in pratica. E, per me che li conosco da allora, devo
dire che nel vederli coinvolti in una relazione sullo schermo, non sono
riuscita a non pensare con un pizzico di dolcezza che, quando gli erano
piccoli, lei aveva una cotta per lui nella vita reale, aveva confessato.
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