Le recensioni erano
negative e, forse per le basse aspettative, mi aveva favorevolmente colpito il
pilot di Dominion, che poi invece ha
deluso, nella prima stagione di soli otto episodi a cui comunque farà seguito
una seconda.
Basata sul film del 2010
Legion, e ideata da Vaun Wilmott, questa
serie apocalittico-sovrannaturale ha una premessa intrigante: Dio scompare e la
colpa viene data agli esseri umani che lo hanno deluso. Gli angeli, di vario
livello, si dividono in due fazioni: quella guidata da l’Arcangelo Michele(Tom
Wisdom) è a favore dell’umanità; quella
che segue l’Arcangelo Gabriele (Carl Beukes) invece vuole distruggerla per
punirla. A Vega però (un tempo Las Vegas), una delle poche città sopravvissute
e ora fortificate, vive il prescelto, il sergente Alex Lannon (Christopher Egan),
che ha sul corpo dei tatuaggi che solo lui riesce a leggere con impresse le
“parole del Padre” che dovrebbero portare l’umanità alla salvezza. Parallelamente
alla battaglia fra le due fazioni, c’è anche un’intensa attività politica a
capo della città, che vede come figure di spicco il generale Edward Riesen
(Alan Dale, The OC, Lost) e il console David Whele (Anthony Head,
Buffy), scaltro amministratore . Il
primo è Lord della città e suo comandante militare, nonché padre di Claire
(Roxanne McKee), insegnante e sua erede politica, innamorata, ricambiata, del “prescelto”.
Il secondo è un potente senatore il cui figlio, William (Luke Allen Gale),
promesso e poi sposo di Claire, è il leader spirituale della Chiesa del
Salvatore, ma segretamente un accolito dell’Arcangelo Gabriele.
Il reticolato di base,
abbastanza complesso, non regge a causa di una recitazione fiacca, ad esclusione
dei due anziani politici – Head e Dale sono sempre convincenti. Il prescelto in
particolare manca di carisma, e non si capisce davvero perché lo abbiamo
selezionato per il ruolo, se non per il fatto che aveva avuto un ruolo
relativamente similare nel rimpianto Kings,
dove pure era l’anello debole. Spunti interessanti ce ne sono anche: gli angeli
come forze oscure, ad esempio, o il rapporto con il “padre”, tema pregnante
della serie, con Dio padre che abbandona l’umanità e il prescelto che è stato
abbandonato da suo padre e lui stesso che in finale di stagione (1.08) si vede costretto ad abbandonare il
proprio figlio non ancora nato… La sceneggiatura però è fragile e i dialoghi
completamente dimenticabili per cui la portata dell’idea, potenzialmente
potente, non ne viene sorretta.
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