Bene che sia finito come
ha fatto, Rise: applausi del
pubblico, inchini dei ragazzi che nella serie hanno messo in scena lo
spettacolo, commozione dei presenti e dello spettatore a casa e l’annuncio da
parte del’autorità che il programma di teatro della scuola verrà tagliato, così
come la serie non tornerà per una seconda stagione. Non dispiace, va bene così.
Ispirata al libro Drama High di
Michael Sokolove, che raccontava una storia vera, ha detto ciò che doveva, e ha
calato il sipario.
Letteralmente dal primo
secondo si vede che l’autore è lo stesso di Friday
Night Lights, Jason Katims, per il modo in cui sceglie di introdurre la cittadina
dove sono ambientate le vicende, e in seguito lo si sente nel modo di costruire
le relazioni personali, ma si è rimasti distanti da quei vertici, mancando di
mordente, fuori da alcuni momenti. In questo caso l’ambientazione è quella di
una piccola comunità operaia di Stanton, dove il denaro scarseggia. Un
ambizioso professore di lettere, Lou Mazzuchelli (Josh Radnor, Mercy Street, How I met your mother), “Mr Mazzu”, prende la direzione del
dipartimento teatrale del liceo dove lavora sostituendo Tracey Wolfe (Rosie
Perez) che decide di rimanere con lui e di spalleggiarlo. Vuole mettere in scena
lo spettacolo Spring Awakening (Risveglio di Primavera) e, anche se i ragazzi raccolgono la sfida con entusiasmo, molti genitori si
oppongono strenuamente al progetto perché ritengono che le tematiche affrontate
siano inappropriate: aborto, abuso, suicidio, sesso, omosessualità…Alla fine è
un successo.
Molte di queste
questioni riguardano i ragazzi da vicino. Non hanno vite facili. A Lilette
Suarez (Auli’i Cravalho, in originale la voce della protagonista principale del
film della Disney diventato Oceania
in italiano), viene offerto il ruolo principale di Wendla. Lei dopo la scuola
lavora come cameriera con la madre Vanessa (Shirley Rumierk) con cui vive, che
ha una relazione con l’allenatore della squadra di football della scuola, Sam
Strickland (Joe Tippet), cosa che non viene presa bene dalla figlia di quest’ultimo,
Gwen (Amy Forsyth). Il ruolo di protagonista principale maschile viene dato a
Robbie Thorne (Damon J. Gillespie), star della squadra di football, che ha una
madre che sta morendo di SLA e un padre che lo spinge ad eccellere nello sport
e non vede di buon occhio la sua nascente relazione con la protagonista dello
spettacolo. Gordy (Casey Johnson), il figlio maggiore di Mr Mazzu, ha problemi
di alcool, e si sente inizialmente messo da parte quando il padre e la madre
Gail (Marley Shelton) decidono di accogliere in casa Maashous Evers (Rarmian
Newton), un adolescente senzatetto che per il club di teatro è addetto alle
luci. Sam Saunders (Ted Sutehrland), attratto dal compagno Jeremy (Sean
Grandillo), attraverso lo spettacolo si vede costretto ad affrontare il suo mai
ammesso orientamento sessuale, di fronte alle pressioni contrarie di una
famiglia cattolica molto conservatrice. Sasha Foley (Erin Kommor) scopre di
essere incinta, ma non può contare affatto sul sostegno del padre con cui vive,
mentre lo trova in Tracey e Michael (Ellie Desautels), uno studente transgender.
Un po’ come nello
spettacolo teatrale con cui si intreccia – che a conoscerlo bene sicuramente dà
una lettura più pregnante a tutto – le situazioni complicate della vita sono
molte e si affastellano in questa ennesima versione di studenti del liceo alle
prese con il mondo dello spettacolo (dal classicone Fame al neo-classico Glee),
e le riflessioni sull’arte come specchio della realtà e come palco, è il caso
di dirlo, che ci fa riflettere su quello che viviamo mettendo in risalto il
nostro vissuto, non si riesce ad essere particolarmente originali, pregnanti o
incisivi, di fatto. Dimenticabile.