sabato 18 maggio 2019

THE BIG BANG THEORY: la finalissima


Mi sono commossa guardando l’ultimissima puntata, in due parti (12.23 - 12.24) , di The Big Bang Theory, la sit-com multi-camera più longeva della TV, con 12 stagioni e 279 puntate. Alla fine è stata un inno all’amicizia, all’esserci gli uni per gli altri negli alti e bassi della vita, anche nei momenti in cui magari si fatica a sopportarsi a vicenda, felici non solo per le proprie gioie ma anche per quelle degli altri.

SPOILER PER CHI NON AVESSE VISTO L'ULTIMA PUNTATA.
L’episodio conclusivo ha riservato gradite sorprese. Amy (Mayim Bialik) e Sheldon (Jim Parsons) vincono il Nobel, con lei che nel momento dei ringraziamenti caldeggia le giovani donne a perseguire studi e carriera in ambito scientifico, se è quello che desiderano - tema caro alla serie già in passato -,  e Sheldon che mette da parte il discorso preparato (un tropo semmai ce n’è stato uno) e uno dopo l’altro rende onore a tutti gli amici che negli anni gli sono stati vicini, dichiarando a tutti che vuole loro bene: Raj (Kunal Nayyar), Bernadette (Melissa Rauch), Howard (Simon Helberg), Penny (Kaley Cuoco), Leonard (Johnny Galecki) e la moglie Amy. Un modo per lo show e gli spettatori di fare vicariamente lo stesso. E poi tutti seduti su e intorno al mitico divano a mangiare e chiacchierare, sulla canzone della sigla: assolutamente perfetto. 

Una nota felice, ma lievemente stonata, è stata l’annunciata gravidanza di Penny, ma solo perché aveva sempre detto di non volere figli e il cambiamento di rotta non è stato coerente o giustificato. Ma ammetto che ho già pensato a un revival fra vent’anni con il nascituro che fa roteare gli occhi per criticare la gang al completo. 

Non ci si è dimenticati della natura geeky del programma e guest star è stata nientemeno che Buffy l’ammazzavampiri in persona, Sarah Michelle Gellar, anche se in differenti circostanze  ci sarebbe stato più entusiasmo, qui onestamente l’attenzione era concentrata sul sestetto; o al limite sui comprimari, ma già si era provveduto nella puntata precedente a sistemare Stuart (Kevin Sussman) che ha deciso di andare a vivere con la sua ragazza.

Rimane il segreto del cognome da signorina di Penny, ma - rullo di tamburi - hanno aggiustato l’ascensore! Doveroso, ma in qualche modo anche inaspettato. 

Uno speciale dietro le quinte e sul set, Unraveling the Mystery: A Big Bang Farewell, ha ripercorso dei momenti topici e l’ultima vanity card di Chuck Lorre, co-ideatore insieme a Bill Prady, non poteva essere più azzeccata e irrisoria: il cast inginocchiato a lasciare impronte delle proprie mani con i didietro per aria e la didascalia che dice “The Ends”.

L’impronta vera è quella bei nostri ricordi. La serie non ha mai ricevuto grandi riconoscimenti da parte della critica, ma penso che ci sia anche un valore nel diventare un grande successo per aver saputo catturare l’immaginazione collettiva ed essere diventata un punto di riferimento.

Ne avrei di critiche su quello che è stato mostrato in questi anni, ma in questo momento voglio essere solo una fan dispiaciuta di un’era che si chiude, ma comunque appagata. Grazie, The Big Bang Theory, per le risate e l’amicizia.

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